L’idoneità sportiva fu certificata rispettando leggi e protocolli. Unica eccezione il mancato uso dell’holter, lo strumento che controlla l’attività del cuore, che vista la variabilità delle aritmie avrebbe comunque rischiato di risultare inefficace. Così i periti del tribunale - scrive Repubblica Firenze - nelle conclusioni della superperizia sulla morte di Davide Astori.
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Astori, un defibrillatore avrebbe potuto salvarlo. Pronta la superperizia
Giovedì la discussione della perizia. I risultati: troppo subdola la patologia per essere intercettata
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L’unica " censura" riguarda il mancato uso dell’holter, previsto nelle linee guida e indicato proprio per indagare eventuali aritmie. Sempre secondo i periti, però, l’esame avrebbe comunque rischiato di risultare inefficace, vista la variabilità delle aritmie del calciatore. La perizia sarà discussa giovedì davanti al gup Angelo Antonio Pezzuti. La Fiorentina, assistita da Nino D’Avirro, non si è costituita parte civile ma è presente nel procedimento come persona offesa "per solidarietà nei confronti della famiglia Astori".
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Il capitano della Fiorentina morì nel sonno per una aritmia ventricolare maligna, provocata dalla grave patologia cardiaca della quale soffriva e che non gli fu mai diagnosticata. Secondo i periti solo un defibrillatore, mai installato in assenza di sintomi e diagnosi, avrebbe potuto salvarlo.
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