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Ancora Chiesa: “Berna un esempio, da Astori impari sempre qualcosa. Tatuaggi? Non mi importano”

"E' una grande fortuna giocare nella Fiorentina. Vogliamo vincere un trofeo e chissà, arrivare in Champions"

Pier F. Montalbano

E' uno dei personaggi del momento, esploso e nel giro di pochi diventato protagonista con la maglia della Fiorentina. Federico Chiesa si racconta a Repubblica (CLICCA QUI per la prima parte dell'intervista), parlando di sogni e obiettivi per la stagione in corso, ma non solo:

Ha tatuaggi?

«No, nemmeno uno. Il calcio oggi è anche molta immagine. Ma a me importa poco».

A Genova è andata male.

«Partita strana. Dobbiamo dimenticarla subito. Stiamo crescendo, ne siamo tutti convinti ».

Il compagno che più l’ha aiutata a entrare nel gruppo.

«Lezzerini. Poi Bernardeschi, un esempio per noi venuti dalla Primavera. E Astori, uno che se lo guardi impari un sacco di cose: si impegna sempre al massimo».

Quello che lo ha stupito di più?

«Come tocca la palla Borja Valero non la tocca nessuno».

Lei è cresciuto a Firenze, quindi la città la conosce. Tanta passione, e una voglia matta di stupire il mondo.

«Sì, è un sentimento forte e puro. Per questo daremo il massimo per provare a vincere un trofeo, magari l’Europa League. E poi vogliamo arrivare in Champions».

I gol di babbo Enrico se li è studiati?

«Eh sì, li ho visti quasi tutti. Pochi dal vivo, ma tanti su You Tube».

Quel bambino che inseguiva i piccioni in piazza oggi è un calciatore di serie A. E poi?

«Poi è un ragazzo che ogni volta che arriva al campo si emoziona. Per me è una grande fortuna giocare nella Fiorentina. E avere dei genitori che mi hanno dato le istruzioni per non perdermi in un mondo luccicante ma pieno di insidie».