«Nella vita e in campo sono riflessivo. Nello spogliatoio prevale l’istinto: se devo dire qualcosa vado a diritto. A caldo non riesco a usare la diplomazia, è meglio chiarirsi se qualcosa non torna. Io almeno la vedo così, mi viene spontaneo nell’interesse della squadra, perché è meglio condividere i propri dubbi, se ci sono". Lo ha detto Davide Astorinel corso dell'intervista a La Nazione. "Non so se sono un leader, di sicuro quando serve dico quello che penso. Non voglio sembrare presuntuoso, ma mi sento un giocatore importante in questo gruppo".
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Ancora Astori: “Blocco italiano fa comodo. Chiesa? Tutto merito di Sousa”
Altre dichiarazioni del difensore viola nell'intervista concessa a La Nazione
Dove finalmente sta cominciando una colonizzazione alla rovescia: ora siete addirittura in cinque con il passaporto italiano. "Eh sì, certe volte sono stato l’unico italiano in campo. Mi era successo anche alla Roma, quindi mi fa piacere che un po’ cambi la tendenza. Ma non certo per motivi razziali, chiamiamoli così: credo che una base di giocatori che parla la stessa lingua e la pensa allo stesso modo sia necessaria per ottenere buoni risultati".
Astori parla infine di Federico Chiesa: "Ha avuto un’evoluzione incredibile, ora è il giocatore di cui si sente più la mancanza quando non c’è... Il merito è stato al 99 per cento di Sousa, è stato coraggioso a esporsi su di lui e Federico è stato bravissimo a sfruttare la possibilità di crescere allenandosi con la prima squadra".
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