La Nazione di oggi dedica un approfondimento a Sofyan Amrabat, centrocampista viola che sta brillando con il Marocco ai Mondiali grazie a quel suo "calcio ipervitaminico" col quale ha annichilito prima Modric e poi De Bruyne. “Per la sua importanza lui sta in campo finché non muore”, disse una volta Juric quando lo allenava al Verona, ma a Firenze sembrava essere arrivata la sua ombra e neanche con Italiano all’inizio le cose all'inizio erano andate meglio. A La Spezia, un suo gol allo scadere ha cambiato il suo destino. Da lì abbiamo scoperto un tuttofare, capace di chiudere, tessere, rilanciare e pedatare, arrivando a definire una nuova categoria del ruolo: il regista operaio. “E’ un calciatore di livello mondiale, già pronto per un top club”, ha detto di lui l’allenatore maghrebino Regrarui, facendo indispettire così molti tifosi fiorentini. Ma si dovrebbe sorridere, dato che l'investimento è stato corretto, al contrario di altri.
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Amrabat, il regista operaio pronto per una big. La Fiorentina può solo sorridere
Il tempo ha dato ragione al marocchino e alla Fiorentina
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