Di seguito parte dell'intervista esclusiva di Benedetto Ferrara a Massimo Ambrosini:
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Ambrosini: “Siamo costruiti per vincere”
“I progetti veri durano tre anni, qui manca l’ultimo scalino” (COMMENTA)
Sul rinnovo: «Alla mia età non ha senso fare le cose in fretta. Io non voglio strappare un altro anno di contratto. Io voglio sapere se posso essere utile alla causa comune. Questo per me conta».
Ambrosini, un piccolo passo indietro. Torniamo nello spogliatoio al termine di Fiorentina-Livorno. Al dramma di Giuseppe Rossi.
«Momenti difficili da spiegare. Quello che posso dire è che c’era solo molta tristezza. Nessuno di noi ha pensato al giocatore, eravamo tutti dispiaciuti per un ragazzo alle prese con le sue paure. E io so che in quei momenti uno vorrebbe solo restare solo con se stesso».
La società si è mossa subito. La corsa della Fiorentina deve continuare: ecco Alessandro Matri. Lei che ne dice?
«Nella Juve ha fatto molto bene. Nel Milan ha trovato una situazione particolare. Matri è uno che sa fare gol. Un bel colpo, sicuro». (...)
E di Anderson che ne dice?
«È un giocatore che ha esperienza, tecnica e muscoli. Uno così serviva a questa Fiorentina».
Voi state giocando da inizio stagione contro la sfortuna. L’entusiasmo è sempre lo stesso?
«La Fiorentina non cambierà mai. Questa squadra è stata costruita per giocare a calcio e provare a vincere. I trentasette punti del girone di andata lo spiegano bene. ... Non molleremo ».
E’ vero che lei in campo cerca di rubare i segreti a Montella? Dicono che sia sempre attentissimo. Come se stesse studiando da allenatore.
«Non è proprio così. Sono curioso. Ecco, quello sì. Montella è un tecnico che lavora seguendo principi assolutamente innovativi. Ogni cosa fatta ha un senso e un fine. Tutto questo mi affascina molto ».
Forse perché pensa al suo futuro.
«Io il patentino lo voglio prendere, ma sono sicuro che non diventerò mai un grande allenatore. Non ho le caratteristiche umane. Magari potrei lavorare bene con i giovani. Vediamo, c’è tempo».
(...)
Ambrosini, le è capitato di dare consigli a qualche giovane collega?
«I migliori consigli sono quelli silenziosi. Quando vedi gli altri che lavorano e cerchi di fare come loro di sicuro imparerai molto».
Un’ultima domanda: ma quanto manca a questa Fiorentina per diventare davvero grande?
«In genere i progetti veri durano tre anni. Manca poco, quindi. L’ultimo scalino».
L'intervista integrale in edicola su La Repubblica
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