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Amauri, è tornato Calimero

Un gol per la salvezza e una dedica speciale

Redazione VN

La telefonata è arrivata puntuale negli spogliatoi, ma non era né Antonio Conte né qualche dirigente bianconero. «Mi ha chiamato mia moglie e mi ha detto che sono bravo», ha raccontato Amauri nella zona mista di San Siro. Cynthia Cosini Valaderes ha vissuto dal primo all'ultimo minuto i momenti bui del suo uomo, la dolorosa rottura con la Juventus e il desiderio di ricominciare tutto con una nuova maglia. Solo una moglie può sapere quant'è difficile stare vicino a un attaccante che è stato quasi un anno intero senza fare gol e ieri, dopo 11 partite con la Fiorentina, ne ha realizzato uno pesantissimo per la salvezza viola. «Lo dedico a mia moglie, domani oggi, ndr festeggiamo i 10 anni di matrimonio: lei mi è stata vicina nel periodo più difficile».

Avanti a testa alta La nuova vita di Amauri è iniziata al minuto 881 della sua avventura fiorentina, su gentile concessione di Mexes. E pazienza se l'articolo numero 66 della sua collezione personale in Serie A servirà ad avvicinare allo scudetto la Juventus, la squadra che praticamente l'aveva messo fuori rosa e ha fatto di tutto per mandarlo via. Amauri non ha cartoline al fiele da spedire: «Ho fatto un favore alla Juve? No, l'ho fatto a me stesso e alla Fiorentina. Il calcio come la vita è così: ognuno va per la sua strada, io la percorro a testa alta. Purtroppo devo guardare la classifica nella zona bassa, le prime posizioni non m'interessano». Amauri non rientrava più nel progetto bianconero ma il diretto interessato non ha mai smesso di avere fiducia in se stesso. Per questo a Torino ha continuato ad allenarsi con la Primavera di Baroni e si è fatto trovare in buona forma quando è arrivata la chiamata della Fiorentina. Amauri in Brasile vuol dire Calimero, ma lui non si è mai sentito a proprio agio nei panni del pulcino piccolo e nero. Amauri in realtà è tosto e resistente come un albero secolare, fedele al resto del suo nome Carvalho de Oliveira significa quercia dell'albero, e sa che la pazienza è la virtù dei forti.

Mese portafortuna Così, dopo aver aspettato a lungo che le grandi del campionato italiano s'accorgessero di lui, non si è buttato giù neanche per essere rimasto 11 mesi e spiccioli a bocca asciutta, un lasso di tempo interminabile per un centravanti. La primavera gli porta fortuna: l'ultima volta aveva segnato il 23 aprile 2011 in Udinese-Parma 0-2 e anche in quel caso fu una rete che sapeva di salvezza. Amauri ad aprile nel 2002 si è sposato e ha ottenuto la cittadinanza italiana 2010 grazie alla naturalizzazione della moglie, che ha origini italiane. Ora avrà un'altra data da segnare sul calendario con un circolino viola. Poco prima dell'inizio della partita dal web era arrivata la notizia che Amauri sarebbe stato titolare, invece è partito dalla panchina ma gli sono bastati 12 minuti per confezionare il gol-partita.

Più forte dell'ernia «Certo, se avesse segnato prima sarebbe stato meglio... — ha scherzato Delio Rossi —. E' stato bravo perché è entrato in un momento delicato». «Con Rossi c'è un rapporto aperto, avevo capito che mi avrebbe fatto rifiatare — ha aggiunto Amauri —, perché da un paio di settimane ho un'ernia inguinale e non riesco ad allenarmi bene. E poi mercoledì abbiamo una gara fondamentale con il Palermo. Sono felicissimo perché sia io sia i tifosi aspettavamo questo gol. Tre punti importanti che rilanciano la Fiorentina». Amauri come tutti i viola era finito nel mirino dei tifosi: gli rinfacciavano di non essere ancora riuscito a segnare. Ora il sortilegio si è spezzato e Rossi ha di che gioire: il mese fortunato è appena cominciato...

Fabiana Della Valle - la Gazzetta dello Sport