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Allenamenti ok per la Serie A, ma sulla ripartenza il Governo si divide: il punto

Nonostante il cortocircuito di ieri, il via libera è operativo. Lo si capisce anche dalla reazione delle squadre che hanno ufficializzato i primi test medici

Redazione VN

Su La Gazzetta dello Sport trova ampio spazio il cortocircuito temporale di ieri tra il Viminale (LEGGI) ed il ministro dello sport Spadafora (LEGGI). Il tema, ovviamente, sono gli allenamenti delle squadre di calcio. Parole che evidentemente si riferiscono agli allenamenti veri e propri, e che derubricano il via libera di ieri a una semplice opportunità per evitare che i calciatori siano costretti ad andarsene al parco magari provocando proprio quegli assembramenti che devono essere assolutamente evitati. Ma il via libera è operativo. E lo si capisce anche dalla reazione delle squadre che ufficializzano la decisione di effettuare i primi test medici e di procedere ad aprire le porte dei loro centri di allenamento, seppure consentendo ai calciatori il solo lavoro «singolo» sul campo, senza spogliatoi, docce, né personale di supporto. La Juve, per esempio, decide che è venuto il momento di dire agli stranieri ancora a casa loro di rientrare in Italia.

I su e giù della domenica confermano che nel governo ci sono sempre più due anime di fronte alla prospettiva ripartenza: chi non è ancora convinto, chi invece è più possibilista e punta alla ripresa degli allenamenti per poi decidere sul campionato a metà maggio sulla base della curva dei contagi e in sintonia con i campionati esteri. E nella serata di ieri è circolata con maggiore insistenza la notizia che il premier Giuseppe Conte voglia stavolta intervenire in prima persona per confrontarsi col mondo del calcio. Ci sono due stati d’animo di fronte alla questione campionato. E il calcio in tutto questo che fa? Figc e Lega hanno volutamente tenuto un basso profilo in queste ore, ma qualche nodo va sciolto. Si tratta di capire se fra i club e i calciatori la voglia di ripresa sia veramente tanto forte. Lo scontro è politico, ma anche il vero umore del calcio conterà nella scelta finale.

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