Insieme alla vittoria la Fiorentina è tornata dalla Svizzera con il sospetto di essere sulla strada giusta. Il Villarreal e lo Sporting erano nettamente più forti del Grasshopper, ma contro di loro si era arresa una controfigura viola, una squadra incapace di fare possesso palla, predisposta all’errore individuale per impossibilità di mantenere le distanze giuste; una squadra presuntuosa fino al punto di giocare sempre e comunque la palla, in qualsiasi situazione, con lentezza, senza avere le gambe adatte per riuscirci.
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A Zurigo fumata viola: era la partita che serviva
Stessa filosofia, con un Gomez in più
A Zurigo la Fiorentina non ha giocato una gran partita, ha giocato invece la partita che serviva, un passo in avanti verso la consapevolezza della propria forza e la capacità di gestirla.
E allora: ritmo basso, possesso palla, studio dell’avversario ordinato e più avanti nella preparazione, avvisi di aggressività, infine accelerazioni per chiudere il match.
Il gol di Cuadrado e l’azione innescata dall’assist di Rossi sono state due fiammate che la Fiorentina ha estratto dal repertorio con la facilità di chi è padrone della situazione, sa cosa aspettarsi e in un certo senso prevedere lo sviluppo del presente. Il vero salto di qualità dovrà portare la Fiorentina a interpretare ogni situazione di gioco con la certezza di poterla governare attraverso la classe che pochi altri hanno, almeno in Italia. A Zurigo si è capito che la filosofia del gioco viola è rimasta la stessa, le gambe dei giocatori dovranno adattarsi alle idee di Montella adeguandosi, anche, alla presenza di un centravanti come Gomez. Una presenza che cambia tutto rispetto al passato, quando Jovetic faceva il falso centravanti offrendosi in fase dinamica, più che risolutiva. Gomez è esattamente il contrario: meno elegante, ma micidiale in area.
Il problema sarà recapitargli i palloni laddove gli spazi sono chiusi per giocatori senza la tecnica necessaria per frequentarli. Unire il gioco avvolgente alla necessità di innescare Gomez, sempre marcatissimo, mettendolo in condizione di fare il centravanti classico. La scommessa più bella, l’unica possibile.
La Nazione
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