Una stagione complicata e difficile. Verrà sicuramente ricordata così da Borja Valero l'annata conclusasi il 31 maggio contro il Chievo al Franchi. Lo spagnolo è stato il lontano parente di quello ammirato nei primi due anni a Firenze. Piatto, con pochi sussulti e fin troppo scolastico nel suo gioco. Sono state poche le partite in cui BV20 ha lasciato in maniera convinta e decisa il suo timbro. Secondo alcuni, le quattro giornate di squalificate rimediate nel febbraio 2014 a Parma avrebbero rappresentato uno spartiacque tra il Borja Valero capace di far innamorare la piazza con le sue giocate (un esempio? Il passaggio del 3-2 a Joaquin contro la Juventus il 20 ottobre 2013) e quello timido ammirato nel 2014-15. Proprio per il calo subìto nei mesi scorsi, l'ex Villareal sarà uno degli osservati speciali dei tifosi viola e la speranza, ovviamente, è che il classe 1985 torni ai suoi livelli iniziali. Gli altri due tenori, Aquilani e Pizarro, se ne andranno e così dovrà essere Borja a prendere in mano le redini del centrocampo in segno di responsabilità e leadership. Troppo importante il suo contributo ad una squadra ancora in lotta su tre fronti.
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Borja e la voglia di riscatto, ma…
Lo spagnolo deve rialzarsi dopo una stagione sottotono. Ma come si adatterà al gioco di Sousa?
Sorge, però, qualche interrogativo sul tipo di mediana che costruirà Paulo Sousa. In teoria – ma probabilmente anche in pratica – il settore centrale del campo sarà formato da meno palleggiatori di fantasia e da uomini con più sostanza, gamba, aggressività e fisicità. Non è un caso che in questi giorni siano stati accostati alla Fiorentina calciatori del calibro di Inler, finito ai margini a Napoli nel nuovo progetto tattico di Sarri, Dzemaili e Danilo. Proprio per la nuova fisionomia che il centrocampo gigliato dovrebbe assumere, Borja Valero potrebbe incontrare qualche difficoltà ad adattarsi al calcio di Paulo Sousa. L'iberico è uno che dà del tu al pallone, ma è un giocatore che non ha nell'agonismo e nella cattiveria i suoi punti di forza. Per questo motivo, il tecnico portoghese potrebbe affidarsi ad elementi più adatti al suo stile, anche se fare a meno dello spagnolo non è facile. Si tratta semplicemente di un'ipotesi, ma da prendere in considerazione. Se si concretizzasse, il cambio di corso sarebbe ancora più netto. Al 7 luglio, giorno dell'inizio del ritiro di Moena, manca sempre meno. Da quel momento cominceremo a conoscere, sul campo, la nuova Fiorentina e ci faremo un'idea più chiara di quello che vedremo dalla fine di agosto. Non ci resta che... aspettare.
STEFANO NICCOLI
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