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Vista dalla Fiesole: “Un disastro”

El loco ci porta in paradiso, ma Gobbi ci trascina all’inferno (COMMENTA)

Redazione VN

Tempo da lupi e traffico congestionato: l’inferno automobilistico in Via De Sanctis ci fa scaldare già prima di arrivare al Franchi. Dopo varie manovre da ritiro della patente, giungiamo a Campo di Marte: c’è Fiorentina-Parma. “È importante vincere per rimanere attaccati alle grandi” sentiamo dire da un ragazzo con una birra in mano; lo pensiamo anche noi, sperando di poter assistere ad un match felice. Prendiamo posto sopra allo striscione del Fiorenza e aspettiamo l’inizio del match: “Oggi i tre punti sono vitali, date retta a un bischero”, dice qualcuno dietro di noi.

Le sciarpe sono in alto e l’inno viola risuona nello stadio: al fischio di Massa siamo pronti per partire. Passano 5 minuti e siamo già in pericolo: tiro di Cassani, respinta di Neto, ci arriva Palladino ma la difesa viola libera. Il Parma continua ad attaccare e ci fa passare letteralmente un brutto quarto d’ora: “Non si vede boccia”. Ecco che finalmente ci facciamo vedere: una rovesciata di Aquilani e un colpo di testa a fil di palo di Rossi ci fanno sussultare. Subito dopo rischiamo di nuovo con Palladino che spara addosso a Neto: capiamo immediatamente che non sarà una partita semplice, anzi. “Abbiamo uno s***o roba da orbi”: vediamo Rossi zoppicare e siamo testimoni dell’ennesima tegola in casa viola; al suo posto l’esordiente Rebic. Al 45’ si va di male in peggio: Gargano insacca su deviazione di Gonzalo e la curva non ci crede. Lo 0-1 subito sul filo di lana ci fa passare un intervallo all'insegna del mutismo: solo il riscaldamento festoso di Vargas riesce a scaldarci.

Finalmente inizia il secondo tempo e la curva con voce e rabbia carica i suoi: El loco Vargas prende il posto di Wolski e il pubblico lo acclama; “A volte ritornano”. Vediamo subito che è un’altra Fiorentina: spingiamo con il cuore e con le gambe mettendo alle corde gli avversari. Alonso lascia partire un missile e Mirante mette in angolo; sul cornerGonzalo stacca di testa ed esplodiamo abbracciando rabbiosamente chiunque. Raggiunto l’1-1 il Franchi è una bolgia e crediamo alla rimonta: da Via De Sanctis l’inferno si è spostato a Campo di Marte. Dopo tanto gioco e tanto patire, arriva quella che dovrebbe (e doveva) essere verosimilmente la scena madre dell’intera partita: Vargas in spaccata buca Mirante sul suo palo e ci manda in paradiso; un paradiso composto da completi sconosciuti che ti baciano in fronte e da persone che conosci fin troppo bene che ti strattonano al grido “El loco! El loco!”. Dopo la grande festa aspettiamo la fine. Riusciamo ad arrivare fino al 45’ con il 2-1 in tasca. 2 minuti di recupero. Adesso mancano veramente 30 secondi: rimessa per noi, perdiamo il pallone, mischione furibondo in area, cross nel mezzo e black out; Gobbi ha pareggiato al 47’ spaccato.

Immobili come statue di sale osserviamo con occhi sbarrati l’harakiri della Fiorentina: la corsa festante della panchina del Parma è un’immagine dura e devastante. Volti sconvolti, urla isteriche, passi che frettolosamente si allontanano dal luogo della disfatta:non abbiamo pareggiato, abbiamo perso. Rimaniamo bloccati sui seggiolini bofonchiando qualche cosa su Neto e sul fatto che mancavano solo pochi secondi. Finalmente riusciamo ad alzarci e ad uscire dallo stadio: continuiamo a discutere animosamente con i nostri coetanei senza trovare una soluzione a ciò che è successo. Una vera e propria rabbia irrisolta ci cova dentro e, probabilmente, ce la porteremo dietro fino al giovedì di coppa:un disastro.

ARTURO LEONCINI