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Vista dalla Fiesole: “Il solito furto”

Viola sconfitti, ma il protagonista in negativo è Calvarese (COMMENTA)

Redazione VN

Mercoledì sera: traffico congestionato all'inverosimile; nemmeno i motorini riescono a passare nel caos metropolitano. Al Franchi si gioca Fiorentina-Napoli: “Io sono ancora galvanizzato per la partita con la Juve, ma anche questo è un match importante!” ci svela un tifoso. Come ci si aspettava, infatti, la gente risponde all'appeal vincente di questa Fiorentina riempiendo lo stadio: trovare un posto decente in curva non è semplice. Prendiamo posto tra i tifosi del Fiorenza e ci rendiamo conto che il clima è quello delle grandi occasioni: cori nel riscaldamento, supporter ospiti rumorosi e bandieroni già al vento fanno salire l’adrenalina. “Se si vince questa si passa l’Inter!” esclama qualcuno.

Una splendida coreografia di bandiere e sciarpe accompagna l’ingresso in campo delle squadre: “E brillerà per sempre la stella di Firenze” dice lo striscione in mezzo alla Fiesole. Adesso si fa sul serio: fischio di inizio e si parte. Un entusiasmo trascinante travolge tutto lo stadio: è una bolgia. Dopo dieci minuti però, veniamo subito ghiacciati: Callejon calcia al volo e la mette dentro. “Ma Compper icché fa? Sempre ‘sti gol a bischero bisogna prendere!” urla un tifoso accanto a noi che non si dà pace. Ma la curva e la Fiorentina non mollano: noi sulle gradinate riprendiamo a cantare, loro in campo a macinare gioco. Stiamo giocando effettivamente bene: intorno al 20’ Rossi ci prova dall'interno dell’area, ma niente da fare. Percepiamo il pareggio, ne sentiamo l’odore. Ed ecco il rigore: hanno spinto Savic dentro l’area. Rossi è sul dischetto in un silenzio surreale: dopo le solite scene di tensione e scaramanzia la palla è in rete; 1-1. Un’esultanza travolgente ci schiaccia letteralmente a terra e una torcia rossa ci passa vicino alla testa: i tre punti non sono un miraggio. Passa un minuto e quasi crediamo di poter rivivere un Fiorentina-Juventus in miniatura: Cuadrado schianta sul palo un destro potente e angolato; “Il solito sculo!”. “Qualcuno fermi questo!”: Mertens sfreccia e mette dentro; la doccia fredda arriva nel momento migliore dei nostri. Bestemmie e imprecazioni portano il risultato sull’1-2; siamo di nuovo sotto. Tre minuti più tardi la chance per riequilibrare il punteggio: “Vai! Vai! Noo..!”; Borja Valero non riesce ad insaccare davanti a Reina. “ Se era a parti invertite loro questo lo facevano!”: la rabbia è tanta e ce la portiamo con noi all'intervallo.

Dopo un quarto d’ora di tregua si riparte: giochiamo bene, mettiamo pressione e il Napoli sembra capirci poco. Il supporto canoro non manca e la curva ci crede. Primo giallo sventolato davanti al viso di Cuadrado: il direttore di gara lo ammonisce per simulazione all'interno dell’area. “Secondo me ha visto bene”-“Ma che dici era rigore!” discutono due ultrà in disaccordo. Dieci minuti più tardi e ancora contatto in area: Rossi a terra, giallo a Borja per proteste. Non si capisce bene la decisione di Calvarese: “Se non è rigore né fallo allora è simulazione..! Però il giallo l’ha tirato fuori a un altro!” cominciamo a capire che non sarà un finale semplice per Calvarese. Intanto però continua il nostro forcing: Rossi nel mezzo, nessuno al centro; “Come mai non c’è mai un’anima!” urla un nostro coetaneo che vede scivolare via il match. Più tardi Rossi prova ad illuminare la serata con un piazzato sublime, ma Reina para con un balzo felino: “Madonna che sculo nero!”. Poi Napoli in dieci: pedata di Maggio, secondo giallo e fuori. Adesso crediamo fortemente al pareggio: gli avversari sono stanchi, i nostri viaggiano a mille per trovare il 2-2. Arriviamo nel recupero e si compie l’assurdo: Cuadrado viene palesemente steso in area, ma Calvarese pensa bene di assegnare il secondo giallo al colombiano; rosso, come rossi sono i volti dei tifosi viola che urlano “fate ridere”. Mentre sugli spalti monta la rabbia, il recupero scorre e la partita sembra ormai persa.

È finita. Inutile sottolineare come cose del genere siano una triste abitudine a Firenze: da tifosi di calcio e di sport in generale, a fine partita ci piacerebbe parlare di come abbiamo giocato, di cosa abbiamo sbagliato; e invece no, siamo sempre a parlare di come ci hanno scippato. Una vergogna che disincentiva questo sport: “il solito furto”.

ARTURO LEONCINI