news viola

Vista dalla Fiesole: “Hè-llas dura legge del gol”

Gli scaligeri segnano allo scadere condannando la Viola al sesto posto: la curva si divide tra sostegno e contestazione.

Redazione VN

È lunedì sera e il Franchi chiama a sé il popolo viola: si gioca contro i gemellati dell'Hellas. Nonostante un clima accettabile, a un'ora dal fischio d'inizio la Fiesole appare desolata: “Ho fatto delle corse a lavoro per poter venire...” - “...Che poi 'un tu ssai mica se ne vale la pena!”. Il clima è disteso in virtù dell'amicizia che c'è con gli avversari: “... / Tonigoool”; Luca Toni viene accolto da applausi e cori, con la curva che intona canti pro-Hellas. “Le partite con il gemellaggio sono sempre un trabocchetto...” - “...attenzione più bassa e poi alla fine si fa ridere”. Centinaia di bandierine si levano al cielo per l'ingresso delle squadre, mentre la Fiesole cerca di riscaldare un ambiente fin troppo rilassato: “Bo ma io aspetto giovedì”.

Partiti, ma il match stenta a decollare e in curva si parla del più e del meno: “Che t'hai fatto lo scorso fine settimana?”. Diamanti va al tiro e Rafael devia: “Gnamo aumentiamo un po' il ritmo...” - “Ci s'addormenta”. Lazzari sembra il più ispirato di tutti, e con una sassata dalla distanza impegna ancora l'estremo difensore dell'Hellas: “Bada Lazzaro come l'è!”. I nostri dominano, la Fiesole spinge, ma il gol (“come al solito”) non arriva: anche Gilardino ci prova su un cross di Lazzari, con Rafael che tocca ancora; “Madonna ragazzi, questa mi sa già di partita infame”. Il pubblico adesso sonnecchia: i nostri hanno il pallone attaccato ai piedi ma succede poco o nulla; “Sai tipo come nei fumetti? 'Zzzzz' “. Nel finale di tempo Lazzari prova a imbeccare Aquilani che, di testa, spara nuovamente alto: “Ovvai, c'è da segnare nel secondo”. Termina la prima frazione, lo stadio applaude speranzoso: “Dai gli si fa dopo!”.   L'intervallo ci vede comunque rilassati al punto giusto, la partita si può vincere: “Dai picchia e mena ci si farà..” - “Sì bo alla fine...” - “Bada bada, sono di quelle partite che...”.

Le squadre rientrano per il secondo tempo e il copione è il medesimo: viola in possesso, Hellas a “guardare”; solo Juanito Gomez ci fa venire un brivido in un mischione all'interno dell'area. Entra Babacar, esce Babacar: in cinque minuti l'attaccante senegalese riesce soltanto a infortunarsi; “Madonna che s***o” - “Gl'ha fatto un be' verso sì..!”. Lazzari manca un tiro fattibile, Neto neutralizza Toni, poi Gilardino va a terra in area: “L'ha dato, l'ha dato!”; calcio di rigore per noi, sul dischetto va Diamanti. C'è chi è girato di spalle e chi fuma insistentemente con l'occhio lucido, ma la scaramanzia non serve a nulla perché Rafael para: “Dio santo ma è possibile buttarle sempre nel c***o queste occasioni” - “È il quarto rigore che si sbaglia in campionato...su quattro! Come c***o sarà possibile??”. Lo sconforto comincia a serpeggiare per tutto il settore, il gemellaggio adesso va in secondo piano: “No via queste partite bisogna vincerle, non si può essere così imbecilli” - “Oh Vincenzo, prima tu gliene fai tre, poi tu levi che tu vòi levare! Altro che turnover!”.

L'incrocio sfiorato da Obbadi è soltanto un preambolo per il suo gol su respinta goffa di Neto: il Verona segna allo scadere e il pubblico si lascia andare in un doloroso applauso rivolto agli scaligeri, un gesto che però sa anche di rimprovero alla stessa squadra viola; “Siamo dei bischeri”. La partita finisce e il pubblico si divide: c'è chi fischia e chi invece applaude, c'è chi insulta e chi invece canta; “Così non si vincerà mai un c***o” - “Giovedì si decidono molte cose...”. Il ritorno a casa è devastante, con la rabbia che è davvero difficile da placare: “Qui Montella l'ha fatta fuori da i' vaso...” - “Io voglio solo sapere cosa succede se putacaso non si passa giovedì e magari non si vince nemmeno domenica prossima” - “Dici salta la panchina?”. Adesso è bene pensare alla Dinamo, a giovedì: “È brutto dirlo ma la prossima partita vale tutto, sennò s'è davvero buttato una stagione alle ortiche”. Il popolo viola se ne va a capo chino con la testa all'Europa League, come per cancellare una serata amara, come per cancellare quel sogno che si chiamava terzo posto.

ARTURO LEONCINI