Un ciclo volge al termine, la Fiorentina del calcio champagne firmato Montella forse a breve diventerà solo un ricordo. Sono state tre stagioni senza titoli, ma comunque piene di gioie e successi. In questi tre anni abbiamo visto la viola sbancare lo Juventus Stadium e l'Olimpico, trionfare a Milano contro entrambe le milanesi e battere record su record. L'identità di gioco è rimasta sempre la stessa: fare la partita sempre e comunque, in ogni campo, anche a costo di rischiare. Con il senno di poi è facile parlare di pregi e difetti di questa idea di gioco, del famoso tiki taka, del possesso palla esasperato alla ricerca di spazi. Ma al di là di disquisizioni tattiche, che oramai non hanno più senso, vorrei soffermarmi sulle emozioni che questo gruppo ci ha regalato nelle ultime stagioni. Anche nelle sconfitte abbiamo visto la Fiorentina giocare sempre a testa alta, mai in modo arrendevole. Forse ciò non potrà consolarci, le belle prestazioni vanno mentre i trofei restano dirà qualcuno, ma dovremmo cercare di andare oltre.
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“Torneremo torneremo, torneremo grandi ancor”
Perché è giusto credere ancora nel sogno viola, senza pensare che tutto sia perduto
A volte la squadra è stata accusata di poco vigore, di poca appartenenza: ma quale squadra sarebbe stata capace di risollevarsi dopo due sberle come quelle di Tevez e Pogba controbattendo con quattro gol nel giro di quindici minuti? Quale squadra sarebbe stata capace di resistere nell'inferno di White Hart Lane sotto i colpi degli Spurs che, soprattutto nel primo tempo, sembravano inarrestabili? E ancora, quale squadra sarebbe stata capace di vincere in 9 a Milano? Potremmo andare avanti per ore a ricordare imprese del genere, questa Fiorentina non ha vinto niente, è vero, ma ha dato tutto, e questo non può essere negato.
Con o senza Montella ci saranno dei cambiamenti, la squadra non sarà stravolta ma saranno fatti degli investimenti per ritoccarla nei suoi punti deboli. La parola d'ordine in questo momento deve essere "Fiducia", fiducia in una proprietà che nei propri limiti ha sempre provato a portare in alto questa squadra anche con grandi investimenti, come quelli fatti per portare a Firenze Mario Gomez, fresco campione d'Europa, o Giuseppe Rossi, miglior talento italiano fermato solo dai tanti infortuni. Adesso dobbiamo solo aspettare che si delinei il prossimo futuro, consapevoli che, come recita il famoso coro della Fiesole: "Torneremo grandi ancor".
ANDREA CONSALES
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