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Toni bassi, tanto lavoro e un figlio al fianco. Pioli, un nuovo Cesare per Firenze

Pioli ricorda il primo Prandelli che arrivò alla Fiorentina. Tra i due ci sono tante affinità ma ad essere cambiata è l'ambizione del club adesso...

Stefano Rossi

Dopo la tempesta arriva sempre la quiete.Ad un irrequieto e freneticamente ambizioso Paulo Sousa a Firenze serve un po' più di calma. Di toni bassi, di linearità e anche un po' di sana semplicità. Servono piedi per terra, soprattutto. Quelli di Stefano Pioli, il tecnico della Fiorentina che sarà che in molti, leggendo siti e sfogliando i giornali, hanno accostato al profilo del primo Cesare Prandelli. E in effetti se si studiano le due carriere i punti in comune non mancano. A partire dallo stile. Entrambi infatti sono persone miti dotate di self control che in carriera hanno rifuggito più volte le occasioni di lanciare missili terra-aria in sala stampa per esprimere il proprio malcontento. Agli antipodi di Montella e Sousa, per intenderci.

Le lunghe giornate di Stefano, come quelle di Cesare, sono fatte di lavoro al campo e di studio dell'avversario oltre che di aggiornamento continuo. Le passeggiate in centro e gli eventi mondani sono lontani dal loro quotidiano. Del resto parte della famiglia se la portano sul rettangolo verde. Ricordate Nicolò Prandelli? Preparatore che il babbo coinvolse in viola e poi nell'esperienza da Ct. Anche Pioli si affida al lavoro di Gianmarco che all'Inter ha ricoperto il ruolo di match analyst. E non è finita qui. I loro curriculum sono arricchiti da alcune esperienze nelle stesse piazze. Entrambi, talvolta con mansioni diverse, hanno lavorato per Fiorentina, Parma, Verona e Juventus dove peraltro si sono incrociati nella stagione 1984-85. Pioli e Prandelli sono allenatori partiti dal basso, dal calcio di provincia che ha sempre qualcosa da insegnare.

Le affinità dunque non mancano, la differenza va invece ricercata all'interno della Fiorentina. Un club che, pur rimanendo ambizioso nei progetti paralleli al campo, al momento si è data un freno nella lotta all'inseguimento delle grandi. Il mercato estivo in entrata prevede buoni rinforzi, a patto che a finanziare le operazioni sia qualche cessione eccellente. Insomma, le notti di Anfield e di Eindhoven potrebbero non tornare così presto. Ci si appella all'orgoglio di Pioli e alla sua voglia di mostrare a tutti che il naufragio dell'Inter non è tutta colpa sua. Sarà lui, l'equilibratore viola, a risollevare la Fiorentina nei prossimi anni puntando sul lavoro e la generosità, i piatti forti della casa.

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