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Tiqui taca sì, ma vertical

Montella ha trasformato il gioco della Fiorentina rendendola cinica e veloce 

Redazione VN

Il triplo impegno spagnoli si è chiuso per i viola con tre vittorie nonostante che le squadre avversarie non fossero proprio di piccolo calibro, soprattutto quel Real Madrid Campione d'Europa recente vincitore anche della Supercoppa.

E' vero che si è trattato di gare amichevoli giocate d'agosto e che probabilmente il clima da tre punti, da vinci o esci, avrebbe trasformato i match dando loro più pathos agonistico. Ma restano le tre vittorie consecutive, sommate alle altre due ottenute in Sudamerica. Unico neo la sconfitta a San Paolo con una formazione però, quella viola, ricca di seconde linee.

Al d là dei due moduli utilizzati, il 3-5-2 in America e il più recente 4-3-1-2, appare evidente un cambiamento rispetto al gioco delle scorse stagioni in cui il team di Montella praticava un solido possesso di palla (il tiqui taca all'italiana) senza però affondare troppo spesso e con una carenza abbastanza cronica di verticalizzazioni. La mancanza di una punta di peso capace di far reparto da sola rendeva il gioco verticale impraticabile. Nel primo anno la coppia Jovetic-Ljajic, nel secondo Rossi con una nutrita serie di giocatori non "fisici", con l'eccezione di uno spompato Matri, non consentivano a Montella di preparare un gioco diverso. L'unico esempio di gioco diverso risale a quel Genoa-Fiorentina dove i viola, con il centrocampo a rombo e la coppia Rossi-Gomez, fecero letteralmente a pezzi il Grifone di Liverani.

Adesso la musica è cambiata, almeno finora. La squadra palleggia bene a centrocampo ed in difesa, ma appena è possibile parte il lancio per gli attaccanti che hanno le caratteristiche di reggere l'urto, andare avanti o fare sponda per i compagni. Gomez migliora di partita in partita, Pepito, anche se tormentato dagli infortuni, è eccezionale con i suoi giochi di prestigio. Babacar è un altro rispetto a quello che avevamo conosciuto nella prima parentesi fiorentina (vietato cederlo a qualsiasi offerente) e Bernardeschi, dopo una partenza migliore degli altri, adesso è un po' più attardato per dei piccoli problemi appena superati. All'occorrenza ci sarebbe anche Joaquin che non è una punta simile ai compagni, ma in velocità negli spazi aperti sa il fatto suo (la partita con la Juventus insegna).

Dietro a queste bocche da fuoco non mancano gli uomini dal lancio verticale e illuminante. E allora perché non sfruttare queste caratteristiche? Montella lo sa e sta lavorando in questo senso, aspettando di conoscere il futuro di Cuadrado e di sapere se gli uomini mercato porteranno ulteriori rinforzi.

SAVERIO PESTUGGIA