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Montella e quella voglia di rivincita

Stramaccioni all’andata vinse il confronto. E domenica… (COMMENTA)

Redazione VN

Vincenzo Montella e Andrea Stramaccioni. Di loro, i due allenatori più giovani della Serie A e dell'amicizia nata nelle giovanili della Roma, si è detto e scritto ormai tutto nella settimana che precedeva la gara di andata tra Inter e Fiorentina. "L'innovatore dalla mentalità spagnola" contro "l'apprendista Mourinho che stenta in casa e vola in trasferta", questo è in estrema sintesi quello che si diceva dei due nell'ormai lontano tardo settembre, con le due squadre che arrivarono a sfidarsi a San Siro con un solo punto di distacco, 9 dei nerazzurri contro 8 dei viola. Finì come tutti ben ricordiamo, con la prima sconfitta meritata della Fiorentina, seppur sfoggiando un buon calcio, e la vittoria di Strama, il tecnico fin lì meno elogiato fra i due, capace però di vincere il confronto a distanza con l'Aeroplanino grazie ad una sorpresa tattica: l'impiego di Coutinho sulla trequarti, per contrastare Pizarro in fase difensiva e far male nelle ripartenze.

Stavolta Montella e Stramaccioni arrivano all'appuntamento accompagnati da molto meno entusiasmo. A Firenze regna il timore che il giocattolo si sia, se non rotto, decisamente inceppato e il coro unanime di complimenti per il coach gigliato si è diramato in tante voci più o meno critiche sulla gestione del match con la Juve e sulla sua inflessibilità tattica. In casa nerazzurra i sogni scudetto, che presero slancio proprio dal match d'andata per alcune settimane fino al successo allo Juventus Stadium, sono appassiti ormai da tempo e l'inizio 2013 è stato solo poco migliore della banda viola, almeno fino alla vittoria di domenica sul Chievo. Il vantaggio è però sempre dell'Inter, stavolta di +4 sulla Fiorentina che, dunque, si gioca un vero e proprio spareggio per l'Europa. Chissà quanta voglia avrà Montella di prendersi una bella rivincita, prima di tutto nel punteggio ma forse anche nella sfida "a scacchi" con Stramaccioni, uno decisamente più incline ad adattarsi al gioco altrui. Cambiare assetto, o uomini, o anche soltanto alcune posizioni per sorprendere l'avversario e ritrovare imprevedibilità. La Fiorentina finora non l'ha mai fatto, in nome di un'identità che ha dato però l'impressione di sfociare in presunzione, trasformandosi nella gara peggiore del campionato. Da archiviare subito per ripartire, magari proprio come dopo il match di San Siro, quando Pasqual e compagni infilarono la striscia più bella di risultati, con 6 vittorie ed 1 pareggio in 7 partite.

SIMONE BARGELLINI

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