Una rivalità esclusivamente geografica, malgrado i 100 chilometri di distanza, unisce Fiorentina e Bologna in quello che dagli arbori del calcio è conosciuto come il Derby dell’Appennino, una partita che oggi ha perso buona parte del pathos che la caratterizzava nelle scorse edizioni, ma che nella sua lunga tradizione ha tante storie da raccontare.
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Storie da Derby dell’Appennino
Storie di tabù, vittorie e di una grande invasione di campo
LE PRIME DOMINATRICI D’EUROPA – 1932, il Bologna diventa la prima squadra italiana a vincere un trofeo internazionale, ovvero la Mitropa Cup, la “Coppa dei Campioni del centro Europa”. Non solo, ma gli Emiliani nel 1937 vinsero anche il Torneo dell'Esposizione Internazionale, al quale partecipavano anche i club inglese, spagnoli, francesi e tedeschi. Da parte sua invece la Fiorentina può, come noto vantare di essere stata sia la prima italiana ad arrivare in finale di una competizione Uefa (Coppa dei Campioni 1957), sia la prima a vincerne una (Coppa delle Coppe 1961).
IL TABU’ NEGLI ANNI DELLO SCUDETTO – Sono stati 67 gli incontri disputati a Firenze fra i viola e i rossoblù, 33 dei quali vinti dalla Fiorentina. Nonostante ciò il Bologna rimane una bestia nera fra le mura amiche, specialmente negli anni dello Scudetto. L’11 Marzo ’56 ad esempio i viola (in maglia verde) sbatterono contro i rossoblù con uno 0-0 che interruppe una serie di 5 vittorie consecutive. Nel ’69 invece il Derby dell’Appennino fu l’unica sconfitta stagionale della Fiorentina ye-ye, un 1-3 che spinse il difensore Ugo Ferrante a promettere di non tagliarsi i capelli fino alla sconfitta successiva. Che non arrivò mai. Se negli anni dello Scudetto la cabala non sorrise ai viola durante il derby nel 1982, l’anno del beffardo secondo posto, la Fiorentina ritrovò il sorriso dopo due pareggi proprio in casa contro il Bologna. Quella sfida si ricorda però anche per l’incidente a Stefano Chiodi, che nel finale si scontrò violentemente con Graziani rimanendo a terra, perdendo i sensi e procurandosi anche una paralisi della parte sinistra del corpo per un giorno.
L'INVASIONE DEL '55 - Memorabile anche la partita del 1955. Sul risultato di 1-3 per il Bologna, all’ 84’, Magnini batte una punizione prima che il pallone sia completamente fermo, l'arbitro Campanati (che le cronache del tempo descrivono come "in giornata non felicissima") fa ripetere, il terzino gigliato allarga le braccia e pronuncia alcune parole che convincono il fischietto milanese a cacciarlo dal campo. In tutta risposta i tifosi viola scavalcano le barricate e cercano di raggiungere l’arbitro, che di gran lena cercò riparo negli spogliatoi. Non bastò però al giudice di gara il suo scatto felino, alcuni tifosi infatti lo aggredirono, mente altri si soffermarono attorno alla squadra e portarono in trionfo la vittima Magnini. Fu poi dato lo 0-2 a tavolino per gli emiliani. Anche questo è il Derby dell'Appennino.
FRANCESCO CIANFANELLI
twitter @FCianfanelli
(con la collaborazione di Roberto Vinciguerra)
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