Francesco e la Fiorentina, un amore che va oltre 630 km. La distanza tra Alessandria e Firenze andata e ritorno, il viaggio che il protagonista del nostro racconto fa in auto, da solo, ogni volta che si gioca al Franchi. La passione e la determinazione sono forze motrici straordinarie che spingono Francesco, costretto a vivere la sua vita sulla sedia a rotelle, a salire sulla sua macchina e andare sugli spalti a tifare. Violanews.com, attraverso la testimonianza del diretto interessato, ha voluto approfondire questa storia che durante la settimana si è arricchita di un emozionante paragrafo.
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SPECIALE VN: “Io, Paulo Sousa e un pomeriggio speciale insieme alla squadra”
Francesco in settimana ha fatto visita alla Fiorentina di Paulo Sousa al centro sportivo e ha affidato il suo racconto della giornata a Violanews.com
"Domenica come sempre ero al Franchi. Dopo il pareggio contro il Verona sono andato a fare le foto con i giocatori all'uscita dello stadio. Il primo ad arrivare però è stato Paulo Sousa. Mentre eravamo insieme, alcune persone che erano con me gli hanno spiegato da dove vengo e del viaggio che faccio per venire a vedere la mia Fiorentina. Il mister mi ha ascoltato con attenzione e mi ha lanciato la proposta: 'Questo è vero amore. Saresti disponibile a venire a raccontare la tua storia ai ragazzi? Sarebbe una bella esperienza per te ma anche per noi". Io, incredulo per quanto avevo sentito, ho accettato con estremo piacere senza nemmeno pensarci. Ero sicuro che si trattasse di una frase di cortesia, di circostanza ma la realtà è andata ben oltre la mia immaginazione. L'indomani ho ricevuto un messaggio indimenticabile: 'Domani il mister ti aspetta alle 15.00 al centro sportivo'. Sono rimasto senza fiato, inutile sottolineare che la notte non ho dormito e verso le tre ho buttato giù due righe sul discorso che dovevo fare. Mica capita tutti i giorni di dover parlare ad un gruppo di calciatori. Quella notte è finalmente finita ed ha lasciato spazio al mio momento. Sono arrivato al parcheggio dello stadio dove mi ha accolto un mio amico: ero teso come una corda di violino, faticavo a respirare per l'emozione. Appena entrato al centro sportivo ho trovato il mister e abbiamo parlato della mia storia.
Poco dopo ha radunato la squadra nello spogliatoio e mi ha introdotto presentandomi a tutto lo staff e ai calciatori, da Borja Valero a Gonzalo Rodriguez. Tutti. Alla squadra ho parlato col cuore, della fisioterapia che svolgo al centro Giusti a Firenze col Dottor Arcangeli - grande tifoso viola - e degli ottimi risultati che sto conseguendo. La mia lotta è iniziata sette anni fa, all'epoca ne avevo solo 22. Il mio scudetto è la speranza di tornare a camminare un giorno. In passato i medici mi hanno detto che non ce l'avrei mai fatta e invece, con sacrifici e impegno, qualche passo riesco a farlo. Ho raccontato delle difficoltà quotidiane che mi ostacolano la via, dal vestirsi ogni mattina a fare un giro per la strada. Ho chiesto ai nostri ragazzi di ricordare sempre che loro sono un esempio per tutti noi giovani. Inoltre rappresentano Firenze e la Fiorentina e quel giglio che portano sul petto non è solo una toppa cucita ma un simbolo da rispettare e onorare tutti i giorni. Come la nostra vita".
Ed un frammento di vita è proprio quello che Francesco ci ha regalato affidandoci il suo racconto. Certo, non ci ha voluto raccontare proprio tutto ciò di cui ha parlato con la squadra ma alla fine è giusto così. Ogni spogliatoio che si rispetti custodisce gelosamente i suoi segreti e quello della Fiorentina adesso ha un membro in più, impossibile da dimenticare.
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