Le parole di Diego Della Valle dal Giappone (LEGGI) sono arrivate come un fulmine a ciel sereno, e non è la prima volta. Un lancio Ansa, nell'ambito di un'iniziativa in favore dei bambini terremotati, e come tale da contestualizzare prima di giungere a conclusioni affrettate e potenzialmente distorte. Tutto vero, ma è davvero difficile rimanere tranquilli quando il patron platonico della Fiorentina, in un momento delicato in cui si attendono le prime mosse per una ricostruzione, fa capire di non avere alcuna voglia di investire. Nel calcio, nella squadra ed, evidentemente, ancor meno in un maxi progetto come la Mercafir a cui sono (erano?) aggrappate le speranze dei tifosi di vedere una Fiorentina che pensa in grande.
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Sospetti inevitabili
Le parole di DDV: riflessione amara o dichiarazione d’intenti? (COMMENTA)
Anche perchè la motivazione addotta da Diego non convince: la violenza dei tifosi, sempre da condannare, non è infatti un fenomeno nuovo nel mondo del calcio e, anzi, rispetto al 2002 quando i Della Valle hanno rilevato la Fiorentina, semmai è diminuita. E sicuramente non si è mai vista in questi anni a Firenze (almeno sugli spalti) dove la tifoseria a volte ha manifestato il suo malumore - l'ultima nel match col Cagliari, anche se gli insulti che qualcuno ha rivolto ai Della Valle sono stati subito coperti dai fischi - senza mai però andare oltre i limiti della civiltà, come riconosciuto anche dallo stesso signor Tod's. La speranza è, naturalmente, quella di sbagliarsi e di veder presto rettificate queste dichiarazioni e - soprattutto - le intenzioni della famiglia Della Valle, ma si fa fatica a non sospettare che i dubbi sollevati da Diego e il riferimento esplicito al fratello Andrea e alla situazione di casa viola, non nascondano qualcosa di più di una semplice riflessione amara.
SIMONE BARGELLINI
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