Premessa. Non è stata una serata facile, per voler usare un eufemismo, ed esprimere giudizi nel day after lo è altrettanto. In fondo parliamo di quello che è a tutti gli effetti un cantiere aperto, una squadra completata da pochi giorni e in evidente fase di assemblamento, o di rodaggio se preferite. Insomma, per puntare il dito o viceversa esaltare oltremisura è evidentemente presto. Però qualche spunto di discussione può essere trovato, e la posizione di Benassi all'interno del 4-2-3-1 della Fiorentina ne rappresenta uno.
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SOS Benassi: contro l’Inter i primi dubbi sulla sua posizione
Schierato da Pioli a metà tra il trequartista e la mezz'ala destra, Benassi ha faticato e non poco a collocarsi all'interno dello scacchiere viola. Nulla vieta che possa fare suo un ruolo che oggi non lo è, ma serviranno tempo e pazienza
I pareri contrastanti rispetto a quello della società, che lo vede come un incursore di destra, erano e sono già noti, e anche se una gara come quella di ieri rischia di appannare il giudizio assoluto nei confronti del giocatore va detto che la sua è stata una prova molto opaca. Tolti i primissimi minuti di gioco - quelli immediatamente precedenti al vantaggio dell'Inter - Benassi ha vagato per il campo dando la sensazione di pensare più allo spazio da occupare che alle dinamiche della gara nella loro spontaneità. Un atteggiamento meccanico, dovuto sicuramente alle indicazioni dell'allenatore che da lui si aspetta determinate cose; cose che a tratti sporadici ha lasciato intravedere, tra accelerazioni verticali e intercetti sulla trequarti avversaria, ma senza grande continuità.
Di contro vanno inserite le pecche della sua gara, che purtroppo sono molte di più: troppo spesso fuori dal gioco, raramente in grado di offrire linee di passaggio, mai presente in area a spalleggiare Simeone, sempre in ritardo dal 10' circa in poi sulle letture del gioco dell'Inter e sulle conseguenti uscite sul portatore di palla. Una serie di carenze, quelle della gara di Benassi, riconducibili alla sua difficoltà nel trovare la posizione corretta. Il grafico qui sotto evidenzia proprio questo aspetto: la sua posizione è esattamente a metà tra quella della mezz'ala destra e quella del trequartista di destra, un mix che di fatto non ha portato alcun risultato. Non è un caso ad esempio che Benassi sia stato il giocatore della Fiorentina che ha toccato meno palloni dopo Simeone (e naturalmente Babacar, Cristoforo e Zekhnini entrati nel secondo tempo), e non è un caso nemmeno che Pioli abbia deciso di richiamarlo in panchina dopo 55 minuti. A tutto questo aggiungiamo anche che il suo gioco ha difettato in precisione, visto e considerato che ha chiuso la sua partita con un 76% di passaggi riusciti (il peggiore in campo dopo Perisic tra i giocatori di movimento).
Individualmente parlando, il primo test non è andato bene: possiamo metterci una pietra sopra. Soffermarsi sulle cose positive mostrate da Benassi a San Siro sarà importante per Pioli al fine di comprendere gli aspetti in cui può ricevere di più dal suo giocatore, che di passi avanti può sicuramente farne. Se vorrà trasformarlo davvero in un incursore consapevole e quindi efficace, però, dovrà armarsi di pazienza e concedergli il suo tempo. Perché se è vero che i margini ci sono, è vero altrettanto che un evoluzione di questo tipo è tutt'altro che banale.
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