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Presente altalenante ma il futuro è radioso: Firenze, abbi Fede… in Bernardeschi

Occhi chiusi, traccia rock in sottofondo e la mente ritorna alla corsa di Federico, senza maglia, sotto la Curva Fiesole. Un'immagina antica...

Stefano Rossi

Occhi chiusi, traccia rock in sottofondo e la mente ritorna alla corsa di Federico, senza maglia, sotto la Curva Fiesole. Un'immagina antica e resa attuale, presa in prestito da un calcio più sentimentale e meno social. Innamorarsi di un giocatore è un rischio, ma se non lo ami le sue prodezze le godi solo a metà. E' un compromesso da accettare anche perché l'imposizione di non affezionarsi non funziona. Berna sta diventando uomo nella città in cui è arrivato bambino. Lo sta facendo con la spalle larghe di chi ha avuto il coraggio di prendere il 10 che fu di Antognoni, Baggio e Rui Costa. Ma anche con educazione, con la consapevolezza di avere un talento diverso. L'età è dalla sua e inoltre ha coraggio e intraprendenza. A pensarci bene la differenza tra i buoni e gli ottimi giocatori sta qui: individuare i primi limiti, puntarli come avversari e superarli. Giorno dopo giorno, ostacolo dopo ostacolo.

Federico ha preso per mano la squadra, ha preso la palla dopo la leggerezza di Tomovic su Mertens e ha ristabilito immediatamente la parità. Un po' come Gianni Rivera contro la Germania nei Mondiali del '70 che però in quel caso fece tutto da solo. Il carattere duro come il marmo della sua Carrara sta venendo fuori, in particolar modo nei momenti difficili. Lo si è visto ieri ma qualche accenno era giunto già dal secondo tempo contro la Lazio nella gara di Roma. Firenze si gode il suo talento cresciuto in casa, la società vuole puntare su di lui e, un po' come Ulisse, tenerlo lontano dal canto delle sirene del mercato. La storia tra Firenze e il suo nuovo pupillo è appena iniziata.

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