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Pippo Russo scrive: “Abbas e i kebab? Ci provi con il lampredotto…”

Un articolo pungente del sociologo e scrittore Pippo Russo

Redazione VN

Vi riportiamo un articolo del sociologo e scrittore Pippo Russo, pubblicato su Calciomercato.com, sui numerosi tweet di Ramy Abbas, avvocato di Mohamed Salah:

"Di mestiere fa l’agente di calciatori ma la sua vera vocazione è quella dell’agit-tweet, versione 2.0 del vecchio agit-prop. Lui è Ramy Abbas Issa, un signore egiziano diventato noto al pubblico italiano grazie al suo cliente più famoso: Mohamed Salah. Che dal canto suo è un tipino velocissimo, sia quando c’è da trattare il pallone che quando è il momento di firmare contratti ufficiali e scritture private. Sicché è normale che a curarne gli interessi sia uno propenso a comunicare in modo così istantaneo e pirotecnico via social network. A Ramy Abbas la provocazione gli piace, e questo l’abbiamo capito. Soprattutto gli piace provocare la Fiorentina, dopo che il suo cliente e il club viola si sono lasciati nel malo modo che sappiamo.

Comincia a farlo in data 26 luglio, quando ancora le polemiche attorno al caso sono roventi. Salah è dato in procinto di passare alla Roma, e il club viola cerca di opporsi usando gli strumenti normativi a propria disposizione. E nel bel mezzo di questa disputa ecco il tweet di Abbas, che in modo allusivo ma neanche tanto posta lo stemma della Roma. E va be’, il gesto non è certo il massimo dello stile, ma sui social network si vede di peggio.

Passano tre giorni, e Abbas concede il bis. Lo fa attraverso il tweet che dice: “Forza Salah Forza AS Roma”. Anche in questo caso, nulla di particolarmente grave. Magari l’agente avrebbe potuto interrogarsi sull’opportunità del messaggio, dato che la trattativa per il passaggio del calciatore è ancora in corso, così come lo sono i tentativi di bloccare tutto da parte della Fiorentina. Ma pazienza, non tutti si ha la medesima sensibilità a proposito di ciò che sia il caso dire o meno in determinate circostanze.

Ma poi, negli ultimi giorni, la vena da agit-tweet di Rami Abbas Issa ha preso a farsi speciosa. Certamente provocatoria nei confronti della Fiorentina. Tanto più se si pensa al tweet del 4 settembre, dedicato a un episodio che nulla ha a che fare col caso Salah: uno striscione con messaggio di protesta nei confronti della società viola, esposto lungo l’inferriata esterna dello stadio Artemio Franchi. Oggetto di contestazione: una campagna trasferimenti estiva che presso la tifoseria viola ha destato soprattutto perplessità. Abbas riprende la foto dello striscione e la posta con un commento che lascia intendere compiacimento: “Hmmm…”. E non ancora pago, il giorno dopo l’agente risponde a un tweet di un tifoso viola, che prefigura la squalifica di Salah, dicendo che se ciò accadesse lui sarebbe pronto a venire a Firenze e fare kebab in pubblico per un giorno intero.

E riguardo a quest’ultimo messaggio, viene da dire che per fortuna è stato lui a tirare in ballo il kebab, ché altrimenti sarebbero pure volate accuse di razzismo. Ma il punto è un altro. E riguarda gli effetti indesiderati e non calcolati che Abbas rischia di ottenere attraverso questa frenetica attività da agit-tweet. Specie con quel messaggio del 4 settembre, che è un’ingerenza in questioni che riguardano il rapporto fra la Fiorentina e la sua gente. Un rapporto che in questo periodo non è al suo massimo, e quello striscione esposto fuori dal Franchi ne è testimonianza. Ma si tratta di una lite in famiglia, ciò che a Firenze è specialità della casa. E quando si tratta di liti in famiglia, non c’è miglior soluzione che il materializzarsi d’un vecchio e comune nemico pronto a prendere in giro i litiganti. Col solo effetto di farli ricompattare, più coesi e agguerriti di prima. Ecco, il signor Ramy Abbas questa cosa non l’ha calcolata. La sua vena da agit-tweet gli ha preso la mano, assieme a un’insana voglia di stravincere. E purtroppo per lui capita spesso che chi provi a stravincere finisca per straperdere. Nel caso dovesse succedere, gli diamo un consiglio. Venga davvero a Firenze, ma non per “fare kebab”. Piuttosto cerchi un furgoncino di trippaio (ne trova a ogni angolo della città) e provi il lampredotto. Magari non basterà per renderne meno greve il gusto della provocazione, ma certo se ne gioverà il palato".