E' iniziata la "seconda fase" per Mohamed Salah. La prima, quella dell'impatto nel calcio italiano e nella Fiorentina, è andata oltre qualsiasi aspettativa. Prestazioni da marziano, gol incredibili e in partite pesantissime. Ma proprio per questo, è durata molto poco. Poche settimane appena per passare da sorpresa a minaccia, ovviamente per gli avversari. Che infatti hanno iniziato a studiare l'egiziano, il suo modo di giocare, le sue qualità. Esattamente quello che si fa con i giocatori più importanti da affrontare, per i quali ogni allenatore di un certo livello prepara un "trattamento ad hoc". E nelle ultime partite lo si è visto bene: sia con la Juve che con il Napoli Salah si è ritrovato spesso e volentieri raddoppiato, triplicato, se non addirittura circondato dagli avversari. Una vera e propria gabbia con incluso nel servizio anche un discreto numero di botte: calci, sgambetti, spinte, trattenute. E' la dura vita del fuoriclasse... (e Salah lo è stato in questo primo periodo nella Fiorentina).
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Per Salah inizia la “fase due”, quella più difficile
L’egiziano è passato rapidamente da sorpresa a minaccia. Ora ha una “gabbia” da cui divincolarsi
Adesso, per certi versi, arriva il difficile. Se ne hai 2-3 addosso, non puoi pensare di partire ogni volta palla al piede e scartarli tutti. Anche se a volte sei "obbligato" dai tuoi compagni, che non ti aiutano e che ti guardano aspettando che tu possa inventarti un altro gol partendo da centrocampo. Ma così diventi prevedibile. E' un po' quello che era successo anche a Cuadrado, specialmente nei suoi ultimi mesi in viola: si intestardiva in azioni individuali, ma solo una volta ogni tanto andava a buon fine. Salah ha caratteristiche diverse, sa giocare di più con la squadra e per la squadra. E soprattutto è letale nello scambio in corsa, chiedete ai difensori del Toro o a quelli della Samp: anche loro avevano preparato una "gabbia" per l'attaccante egiziano, ma se è lanciato in velocità diventa pressochè imprendibile. Mosse e contromosse, tocca al numero 74 e a Montella lavorarci, lo sanno molto meglio di noi. E poi tocca anche ai compagni di reparto saperne approfittare: se su Salah ci sono 2-3 avversari, ci sarà pure qualcuno libero. E' matematico.
SIMONE BARGELLINI
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