Di seguito vi proponiamo uno stralcio dell'intervista concessa da Giuseppe Rossi alla giornalista Alison Bender di ESPN. Si parla principalmente delle radici del fenomeno viola, in attesa del resto della conversazione (traduzione Violanews.com):
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Pepito si racconta: “Devo tutto a mio padre”
Alle radici del mito: “La famiglia ed il calcio sono i miei riferimenti”
Cosa ti manca di più dei tuoi amici e della tua famiglia nel New Jersey?
"Jersey é casa mia. Appena ho tempo per le vacanze torno sempre là''
Il calcio per te é stata una progressione naturale
"Fin quando ero bambino, io e mio padre giocavamo a pallone dentro casa. Io ero il giocatore e lui era il mio allenatore. Si giocava tutto il giorno e grazie a lui che è cresciuta la mia passione per questo sport"
Sei molto vicino a tua madre e a tua sorella. La famiglia è una cosa molto importante per te, giusto?
"Esatto, per me è molto importante, ma siccome gioco a calcio, ho poco tempo per starci insieme. Appena ne ho un po' a disposizione, torno subito a casa per starci insieme e rilassarmi con loro"
Non è frequente trovare persone che lasciano il proprio paese a 12 anni, avendo comunque la famiglia di supporto
"Sì, non credo che molte persone farebbero un passo del genere a 12 anni. La mia fortuna è stata avere un padre che ha lasciato il suo lavoro per dedicarsi alla mia carriera, se la vogliamo chiamare carriera visto che avevo 12 anni. Non sapevo cosa poteva succedere, ma sono stato molto fortunato ad avere il supporto non soltanto di mio padre che venne insieme a me, ma anche di mia madre e mia sorella. E' stato difficile perché quando mi sono trasferito da piccolo non conoscevo le lingue e le ho dovute imparare. Anche la scuola è stata difficile, ma il calcio no perché e un linguaggio universale".
ALESSIO CROCIANI & BIANCA BERNINI
Twitter: @AlessioCrociani
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