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PAGELLONE VN: il centrocampo

Borja Valero il simbolo, Pizarro il faro, Aquilani l’incursore (COMMENTA)

Redazione VN

Dopo le pagelle alla stagione dei difensori (LEGGI QUI), oggi è il turno dei centrocampisti. Un reparto che è stato il fulcro della meravigliosa creatura di Montella, ma che ha evidenziato una differenza abissale tra i titolari e le cosiddette "alternative".

BORJA VALERO 9: Il simbolo della nuova Fiorentina, come ha riconosciuto anche Toni pochi giorni fa. Spagnolo, come il modello di calcio richiamato dalla squadra di Montella, l'ex Villarreal è stato il più presente (41 presenze stagionali) e probabilmente il più indispensabile per l'economia del gioco viola. "Todocampista puro", Borja non è stato solo uno dei due cervelli pensanti del fantasioso centrocampo - insieme a Pizarro - ma anche uomo fondamentale nel chiamare il pressing alto, andando ad attaccare per primo il portatore di palla avversaria. Fosforo, classe e polmoni, se segnasse qualche gol in più - solo 2 all'attivo, più due pali (ma anche 10 assist!) - sarebbe tra i migliori al mondo. Ma già così è un gioiello preziosissimo, che fuori dal campo si è dimostrato persona umile e innamorato di Firenze. Completamente ricambiato.

PIZARRO 8,5: Grandissimo Pek, l'ossimoro è doveroso. Il piccolo cileno a Firenze è tornato indietro di almeno 3 anni, spazzando via le perplessità sulla sua carta d'identita e tornando ad essere punto di riferimento in campo e nello spogliatoio. Visione di gioco e personalità come pochi altri, è stato il direttore d'orchestra della sinfonia viola, dettando i tempi di gioco e illuminando l'azione fin dalle zone più arretrate del campo. Amante delle giocate rischiose, ha pagato amaramente le conseguenze di due errori consecutivi che hanno portato altrettanti gol subiti (quello a Cagliari e quello, pesantissimo, di Montolivo col Milan). Ma da vero leader si è assunto le sue responsabilità, incaricandosi di trasformare tre rigori pesanti. L'unica pecca della sua stagione le tante assenze (9), tra acciacchi fisici, la 'persecuzione' dei cartellini gialli e il lutto familiare che l'ha colpito a dicembre.

AQUILANI 7,5: Il terzo "tenore", meno acuto dei primi due ma complementare. Non è stato altrettanto continuo nel rendimento e le sue partite sono vissute spesso di alti e bassi, ma il suo contributo in fase conclusiva è stato determinante. Bottino-reti da applausi: 7 gol, segnati un po' in tutte le maniere e record più che raddoppiato rispetto al precedente, con in aggiunta 6 assist per i compagni. Il tutto in 25 presenze, altro dato tutto sommato positivo - specie considerando che ne ha saltate 8 di fila ad inizio stagione.

MIGLIACCIO 6: Lui e il tiqui-taqua sono due mondi molto lontani. Ma si sapeva fin dall'inizio e il buon Giulio è stato il primo a capire il suo compito: dare una mano in caso di bisogno. Ha fatto la sua parte, dando sostanza e grinta al centrocampo, il suo repertorio, e pazienza se quando c'era da impostare sembrava un pesce fuor d'acqua. Il più presente tra i centrocampisti di riserva, almeno per numero di volte in cui è sceso in campo (24 + 3 in Coppa), ha trovato anche la soddisfazione di un gol, purtroppo inutile ai fini del risultato (a Catania).

MATI FERNANDEZ 6: Uno dei voti più difficili per un giocatore che ha fatto intravedere gocce di grande talento, in un mare di inconcludenza. E dire che di occasioni ne ha avute (22 presenze, anche se solo 9 da titolare), con Montella che ha fatto il possibile per trovargli la posizione più adatta alle sue caratteristiche. Problemi tattici, di ambientamento e qualche infortunio che non l'ha aiutato, sta di fatto che Mati non ha praticamente mai lasciato il segno. E' cresciuto un po' nel finale e proprio all'ultima giornata ha trovato il gol che potrebbe - forse - valergli la conferma.

ROMULO 6+: Alzi la mano chi, in estate, si sarebbe mai immaginato che questo simpatico brasiliano che sembrava inadeguato alla Fiorentina dello scorso anno, sarebbe stato capace di ritagliarsi uno spazio da protagonista in questa viola spagnoleggiante. 24 presenze ufficiali di cui la metà dall'inizio ed una prima parte di stagione quasi da titolare fisso. La sua resistenza e la sua duttilità - tanto da riciclarsi anche mezzala - hanno conquistato Montella e piano piano (piano piano) anche il pubblico viola. A cui ha regalato pure un gol 'epico' nel Fiorentina-Torino che è già entrato nella storia.

SISSOKO 5: Per carriera, nome e ingaggio doveva essere il 'quarto titolare' di centrocampo. Qualcuno pensò che forse ci sarebbe stato un cambio di modulo per trovare un posto "alla piovra", invece Montella gliene ha trovato un altro: la panchina. Fissa. E tendiamo a credere che ci fosse un motivo. Ci ha messo due mesi per entrare in condizione e nel finale di campionato ha fatto i conti anche con un infortunio. In campo si è visto una volta sola, almeno da titolare (più altri 4 brevi spezzoni) e non è andata neanche male, a Bergamo.

LLAMA 5: Come per Sissoko, con cui condivide minutaggio e presenze (5), aveva meno aspettative ma ha avuto anche una stagione intera a disposizione. E pensare che Montella lo conosceva già e quindi, pensiamo, fosse stato favorevole al suo arrivo a fine agosto. Le pochissime volte che è sceso in campo non è sembrato all'altezza.

WOLSKI sv: Facciamo finta che non fosse ancora tesserato, come Vecino. Li scopriremo entrambi da agosto prossimo.

"Appuntamento con il pagellone dell'attacco domattina

"SIMONE BARGELLINI

"twitter @SimBarg