Neto-Fiorentina, un divorzio col retrogusto della beffa. A Firenze è già successo ed evidentemente succederà ancora. Le parole di Andrea Della Valle, che ha definito Neto come "sfuggente", sull'auspicabile ma complicato rinnovo del ragazzo sono fin troppo eloquenti (Clicca qui). Il numero uno della Fiorentina avrà ancora qualche giorno per riflettere sul proprio futuro e decidere se accettare l'ultimatum della società anche se ad oggi i giochi sembrano fatti. Il brasiliano, da poco entrato anche in odore di Seleção, da febbraio sarà libero di firmare per un'altra squadra. Grazie per la fiducia e tanti saluti, è questo il più spicciolo sunto che si può fare. L'epilogo della vicenda è terribilmente amaro, ancora una volta. I precedenti di Ujfalusi ma soprattutto Montolivo e Ljajic, non hanno fatto giurisprudenza: i tempi logistici di molti rinnovi di contratto sono stati troppi lunghi e Neto rappresenta soltanto l'ultimo caso.
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Neto, i rinnovi e i troppi attimi sfuggenti
ADV ha definito sfuggente l’atteggiamento del giocatore. Anche nella logica dei rinnovi societari però qualcosa non torna…
La scorsa estate il club viola fece una scelta impopolare puntando su di lui. La critica, il pubblico e chi più ne ha più ne metta giudicavano, a ragion veduta, le prime prestazioni del giocatore come scadenti. I borbottii si sprecavano, così come i soprannomi denigratori come "SapoNeto" e similari. Il tempo ha dato ragione a chi ha creduto nel brasiliano tanto che oggi si parla di uno dei migliori portieri della Serie A. Con Neto pronto a lasciare sono molti gli interrogativi che restano. Perchè non rinnovare il contratto del giocatore quando si è deciso di puntare su di lui? Dai massimi vertici societari è filtrato il retroscena del mandato ai direttori di sottoporre il nuovo contratto a Neto quando la squadra, ormai più di un anno fa, era a Dnipropetrovsk per la gara di Europa League. Presumibilmente il budget a disposizione di Pradè e Macia non era sufficiente per convincere un portiere già molto discusso: difficile spiegarsi in altro modo il mancato accordo in quei tempi.
In passato il pomo della discordia era rappresentato dall'aspetto economico, oggi a questo profilo si aggiunge quello sportivo. Il ragazzo vuole andare a giocare per altre ambizioni, più alte di quelle che adesso sono nel mirino dei viola. Aggrapparsi alla mancata riconoscenza, in un mondo del calcio avaro di sentimenti e generoso di denaro, è un alibi che lascia il tempo che trova. La Fiorentina, a meno di clamorosi sviluppi, ci è caduta di nuovo. Quel "SapoNeto" che appariva timido e pure poco capace se ne scivolerà via proprio come una saponetta. In barba a chi lo ha criticato o difeso. Oggi il carro è uno solo e porta sopra tutti i delusi di questa vicenda...
STEFANO ROSSI
Twitter @StefanoRossi_
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