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Movimento e profondità, la predica di Pioli a Chiesa & co.

Foto ACF

In una squadra ancora priva di un vero regista (e che non prevede un giocatore alle spalle della punta), i movimenti del tridente diventano ancora più indispensabili

Simone Torricini

Movimento, profondità e ancora movimento. Sono le parole preferite di Stefano Pioli, quelle su cui ha insistito di più durante la sessione di allenamento di questa mattina, in direzione soprattutto dei giocatori offensivi impegnati nelle partitelle a tema sul manto del Benatti. Una necessità, anche in virtù delle caratteristiche tecniche della rosa. Con un Badelj in meno e Saponara che per le indiscrezioni più recenti è sulla via della cessione, in casa Fiorentina si sente la mancanza di un metronomo. O, più banalmente, di un centrocampista in grado di alzare e abbassare i ritmi, di un elemento che garantisca pause nell'arco della partita.

Insomma, torniamo lì, al movimento. Essenziale a prescindere, ma che rischia di doverlo diventare ancora di più per rendere efficace il gioco anche senza gli spunti dei passatori. Stamattina in più di un'occasione Pioli ha spronato Simeone e Chiesa in questo senso: «Fede e Gio, non abbiamo fatto neanche un movimento in profondità», ha detto a gran voce in un frangente. Per poi continuare: «Se chiediamo sempre la palla sui piedi aiutiamo gli avversari, è più facile per loro». Dopodiché è stata la volta di Sottil, troppo statico per i gusti dell'allenatore: «Dai-e-vai Riccardo, dai-e-vai!», è stato l'incoraggiamento.

A margine della seduta, durante la conferenza stampa, Simeone ha speso alcune parole su questo tema: «La profondità in campo? Il Mister ce lo dice sempre, dobbiamo cominciare a farlo di più», ha spiegato. Confermando che le direttive di Pioli, fondate sulla necessità di fornire il maggior numero possibile di scelte a chi ha il pallone tra i piedi, sono parte centrale dell'ordine del giorno. Un indizio, forse, sul profilo di giocatore verso cui il club è orientato in sede di mercato. E, al contempo, una chiave per comprendere la fiducia scarseggiante che Pioli ripone nei confronti di altri che in rosa già ci sono.

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