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Montella, l’amarezza del post e i fischi del pubblico

Cerchiamo di rivedere a freddo la serata deludente e il comportamento delle singole componenti

Redazione VN

Dopo una settimana in cui la società viola, aiutata dalla stampa e dall'attaccamento dei tifosi, era riuscita a creare un clima molto bello intorno alla Fiorentina è arrivato il momento di passare all'azione e da subito abbiamo visto che ci sarebbero stati problemi. Basanta in una serata estremamente negativa ha regalato un pallone a Vidal che per poco non chiudeva il match dopo pochi istanti.

Poi la cronaca la conoscete, in 5 minuti è arrivata la doppietta che ha affossato una Fiorentina apparsa spenta subito dopo il primo gol del Siviglia. Insomma il match sognato non c'è mai stato se non per un bel colpo di testa di Gonzalo parato miracolosamente dal portiere andaluso.

Il sogno che si trasforma in incubo e la squadra che va a pezzi. In tutto questo la delusione dei tifosi è andata aumentando: come quella di un amante tradito. Firenze ama e i 30.000 accorsi al Franchi per un match impossibile lo hanno dimostrato. Ma chi ama poi ci sta male se le cose non vanno nel migliore dei modi e sappiamo tutti come è finita: con fischi (neanche eccessivi) e sberleffi che ovviamente hanno dato noia a chi era in campo, panchina e non.

Dopo partita: Montella si presenta risentito per il comportamento del pubblico ammonendo che molti giocatori importanti potrebbero andarsene per i fischi del pubblico. Errore: il pubblico, se non eccede in maleducazione, ha sempre ragione. Paga il biglietto e ha il diritto di applaudire e contestare. Montella ricorre alle armi che ha: ovvero una stagione di buona fattura, una squadra che ha raggiunto dei vertici insperati. Ma non è questo il punto caro Montella: nessuno, credo, contesta la stagione positiva anche se non eccelsa, la sconfitta ci può stare contro una squadra che si è dimostrata più forte, ma quello che il pubblico non ha gradito è stata la resa incondizionata dei viola che nella ripresa sono stati graziati da un Siviglia che ha giocato al piccolo trotto.

Ragionando a freddo sarebbe bene fare tutti un passo indietro: tifosi e stampa (noi compresi) che a fine gara hanno dimostrato il loro malumore in vario modo e tecnico che poteva anche scusarsi a nome della squadra per la serata storta per poi ricordare la stagione.

E adesso che succede? Non crediamo che le minacce di partenze siano veritiere, ma sicuramente c'è da rimboccarsi le maniche tutti insieme per arrivare al quinto posto. Solo a quel punto sarà giusto e doveroso pensare a cosa faremo tutti da grandi, ovvero la prossima stagione.

SAVERIO PESTUGGIA