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Ventura “Mister libidine”, l’alternativa che viene dalla gavetta

La candidatura forte per la panchina della Fiorentina è quella di Paulo Sousa, ma sullo sfondo resiste – per ora – l’ipotesi Giampiero Ventura. Profili molto diversi tra loro soprattutto …

Redazione VN

La candidatura forte per la panchina della Fiorentina è quella di Paulo Sousa, ma sullo sfondo resiste - per ora - l'ipotesi Giampiero Ventura. Profili molto diversi tra loro soprattutto dal punto di vista anagrafico visto che il portoghese (classe 1970) potrebbe essere il figlio del genovese (nato nel 1948). Quando Ventura iniziava ad allenare, molto giovane, nelle giovanili della Samp, Sousa terminava la scuola materna.

Una lunga gavetta quella fatta dall'attuale tecnico del Torino, partita dai campionati dilettanti e cresciuta passo dopo passo. Le prime soddisfazioni alla Pistoiese, riportata in Serie C nel 1991, poi l'exploit al Lecce con la doppia promozione consecutiva dalla C1 alla Serie A. L'anno dopo altra promozione (in totale sono 7 in carriera), con il Cagliari, che salverà poi agevolmente in Serie A. Anche qualche delusione nella sua carriera, come quando fu chiamato da De Laurentiis appena arrivato a Napoli, e non andò oltre il 3° posto in C1, senza essere promosso.

Nelle ultime stagioni ha però collezionato piccoli miracoli, conciliando calcio offensivo e spettacolare basato sul 4-2-4 con risultati sorprendenti (celebre la sua frase coniata in quegli anni "per me allenare è una libidine"). Lo ha fatto in Serie B col Pisa di Cerci e Castillo nel 2007/08 (6°) e poi col Bari in Serie A nel 2009/10 (10°) anche se in entrambi i casi non è riuscito a ripetersi nell'anno successivo. A Torino ha costruito un ciclo importantissimo, partendo dalla cadetteria, consolidandosi in Serie A e poi lottando per l'Europa League due anni di fila, valorizzando al massimo i suoi giocatori e soprattutto gli attaccanti (Cerci, Immobile, Quagliarella). Quest'anno, per la prima volta a 66 anni, ha dovuto gestire il doppio impegno e ha dimostrato di saperci fare.

SIMONE BARGELLINI

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