Da acquisto di lusso durante il mercato di gennaio a “quasi” ex. Strana la parabola di Alessandro Matri alla Fiorentina. Domenica sera contro il Torino sarà l'ultima comparsata del numero trentadue in maglia viola. Sì, perché il suo destino è segnato ormai da tempo. “Alla Fiorentina ero in prestito secco, quindi tornerò al Milan. Non sono contento della mia stagione, potevo e dovevo fare meglio”, ha detto martedì agli Internazionali di Tennis a Roma (leggi qui). Parole che non lasciano dubbi e che evidenziano l'amarezza per una stagione negativa ogni oltre previsione. A quasi trent'anni, l'attaccante di Sant'Angelo Lodigiano cerca una sistemazione definitiva. A Milano, dove non è mai scoppiato l'amore con i tifosi rossoneri (“Matri? No grazie”, scrisse la Curva Sud durante il play off di Champions League), difficilmente resterà, anche se molto dipenderà dalla vicenda allenatore. Su di lui si sarebbero mosse alcune squadre inglesi, il West Ham in particolare.
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Matri, titoli di coda
Contro il Torino potrebbe essere l’ultima di Matri in viola prima dell’addio
In ogni caso, a Firenze, piazza scelta per il riscatto dopo una prima parte di annata disastrosa, sono stati cinque mesi da dimenticare. La doppietta a Catania lo scorso 19 gennaio sembrava il primo step della rinascita. Solo un'illusione purtroppo. Da lì il buio totale, come se quelle due reti lo avessero ammansito. Tanto impegno, tanta corsa, ma niente gol, il pane quotidiano per un attaccante. Montella, perfetto conoscitore di simili situazioni, l'ha sempre difeso, rinnovandogli di volta in volta la fiducia. Poi i centri contro l'Esbjierg in Europa League e col Chievo in campionato. Due fuochi di paglia. Gli errori clamorosi contro Napoli (nonostante la vittoria), Milan e Sampdoria si sono rilevati decisivi per la sua permanenza in riva all'Arno. E anche, ovviamente, per le scelte dell'Aeroplanino che non lo ha più schierato titolare da dopo la gara con i blucerchiati. Il rigore segnato al Verona ha solo calmato un po' le acque. Insomma, da Matri tutti si aspettavano di più. A cominciare dalla dirigenza, con il club manager Vincenzo Guerini molto esplicito prima del match col Sassuolo (leggi qui). Per non parlare dei tifosi, sicuri che potesse tornare decisivo come a Cagliari. Così non è stato. Poco tempo e la Fiorentina e Alessandro si saluteranno in un addio dai pochissimi rimpianti per il popolo gigliato.
STEFANO NICCOLI
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