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Brillante: “Vorrei ripetere la carriera di Kewell”

“Spero di imparare presto l’italiano. Mi sto ambientando bene. Montella mi ha chiesto di lavoro sodo”

Redazione VN

E' una delle sorprese piacevoli di questo precampionato Joshua Brillante. Il mediano australiano si presenta in sala stampa Manuela Righini all'interno dello stadio Franchi per farsi conoscere meglio: "L'affetto dei tifosi? Ringrazio i tifosi e la città che stanno rendendo il mio ambientamento più semplice.

Il mio idolo nel mondo del calcio? Quando ero in Australia sono cresciuto col mito di Del Piero. E' stato bello vederlo nel mio paese e giocare contro di lui. Il calcio australiano sta crescendo molto, l'arrivo di Del Piero ha aiutato ad ampliare gli orizzonti: è stata una spinta per tutti.

Trasferirsi in Serie A è un passaggio molto importante, qui tutte le squadre hanno dei grandi talenti. Farò di tutto per cercare di aiutare questa squadra, è una grande occasione per me.

I miei compagni? La squadra mi ha accolto bene e questo mi sta facilitando. Non parlo molto bene italiano quindi ho maggiori rapporti con chi parla in inglese anche se spero di imparare presto l'italiano.

Montella? Mi ha detto di allenarmi bene e di lavorare intensamente ogni giorno. Voglio fare una grande impressione su di lui per giocare.

Cosa ho imparato dai compagni? Sono arrivato solo da un mese quindi sto cominciando ad apprendere come gioca la squadra. Dai compagni sto apprendendo l'atteggiamento e di ridurre al minimo i rischi, ciò che conta è vincere le partite.

Un idolo del calcio australiano? Quando ero piccolo mi piaceva Kewell ma me ne piacciono anche altri. Kewell è stato il primo ad andare via dall'Australia e a fare carriera, mi piacerebbe fare come lui.

Il mio ruolo? Ho sempre giocato da centrocampista, in Australia ho giocato anche più avanti e come terzino ma qui a Firenze vorrei giocare a centrocampo.

Il mio numero di maglia? Ho scelto il 25 perchè è la data del mio compleanno. Quando ero bambino potevo vedere solo la Premier League e a me piaceva Zola che aveva proprio questo numero.

Il mio cognome? Ancora non mi hanno fatto battute (sorride ndr). Mio nonno era nato a Campobasso che è la città da dove tutti i miei avi sono emigrati. Non ho più parenti qui in Italia.

La mia barba? Ce l'avevo lunga un anno e mezzo fa. Non so perchè me la feci crescere, forse ero pigro. Ad un certo punto avevo la barba così lunga che sembrava di avere capelli sul volto tanto che avevo difficoltà anche a mangiare".

STEFANO ROSSI

Twitter @StefanoRossi_