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Le mani sullo stadio. Vedi Bologna poi Milano… ma Firenze che fa?

A Bologna c'è l'accordo col Credito Sportivo, a Milano sarà possibile buttare giù San Siro. E Firenze? Davvero si vuol perdere l'occasione che Commisso chiede?

Stefano Rossi

C'è da capire l'irritazione di Rocco Commisso. Tra poco festeggia un anno dal suo arrivo a Firenze e di cose ne sono state fatte, ma tante altre restano da fare. Il nodo principale è lo stadio, la chiave di volta verso un futuro solido e di crescita. Senza sbrogliare questa situazione, la Fiorentina è destinata a puntare tutto sul campo. O, se volete, a vivacchiare. Stamani il Corriere Fiorentino ha descritto bene l'umore di Rocco Commisso (LEGGI QUI). Fra le altre cose, ce n'è una che infastidisce particolarmente il presidente viola: in altre città tutto appare più semplice. Alcuni esempi: Bologna e Milano stanno facendo passi concreti sul fronte stadio. Di là dall'Appennino hanno ufficializzato proprio stamani l'accordo col Credito Sportivo, non manca poi molto all'inizio dei lavori. A Milano (LEGGI QUI) la Soprintendenza ha dato il via libera a demolire San Siro per costruire un impianto ex novo.

E a Firenze? Il bando Mercafir andrà deserto, l'ipotesi Campi Bisenzio (IL SONDAGGIO) resta sospesa e per il momento è sempre attuale il restauro del Franchi. Rocco Commisso sarebbe disposto a rifare lo stadio, ma solo se libero dai vincoli della Soprintendenza. Che, adesso, apre ad alcune modifiche ma vuole tutelare i beni architettonici. E proprio su questo è arrivato il momento di prendere una decisione. Di non andare avanti con una melina che non porterà a niente. Sul piatto della bilancia ci sono i vincoli architettonici di un impianto in parte degradato, dall'altro il futuro. E' qui che va trovato il punto di incontro, è proprio qui che bisogna aprire le porte a chi vuole investire sul territorio. Perdere la Fiorentina sarebbe un danno per Firenze e per tutto il quartiere di Campo di Marte, ammesso che un domani a Campi Bisenzio davvero si possa realizzare il nuovo impianto. Restando al Franchi, davvero le scale elicoidali, la torre di Maratona (che nel progetto di Casamonti sarebbero pure salvi) valgono di più di un ambizioso rilancio sportivo per la città? Il Coronavirus ha messo in ginocchio molte realtà, aiutare Commisso a realizzare il nuovo progetto significherebbe aiutare Firenze a ripartire. Con un impianto nuovo e posti di lavoro, fra cantieri, allestimenti e nuove opere. Bologna e Milano stanno partendo, davvero Firenze vuole osservare le altre prendere il largo?

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