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Kalinic, rimpianto rossonero: quel “no” del Milan in estate…

Arrivato in sordina a Firenze, non tutti sanno che Kalinic, in estate, fu letteralmente snobbato dai dirigenti milanisti

Redazione VN

"È risaputo che il Milan, in estate, stava cercando un nuovo centravanti. L’idea era quella di dare uno sguardo sul mercato, grazie alla rinnovata voglia di investire palesata dalla famiglia Berlusconi, ad un nome di grido, un bomber di quelli in grado di cambiare il volto di una stagione. La prima scelta era stata il colombiano Jackson Martinez, il quale, però, dopo la "telenovela" con i dirigenti del Milan, preferì vestire la camiseta colchonera dell'Atletico Madrid. Tra parentesi, l'ex bomber del Porto è attualmente alle prese con quella che può essere definita la sua peggior stagione della  sua carriera fino a questo momento. Adriano Galliani, allora, fu lesto a "ripiegare" sul  connazionale Carlos Bacca, arrivato al Milan per 30 milioni di euro e che, finora, sta ripagando la fiducia data dal club rossonero. Quello che però non tutti sanno è che, in quel particolare periodo di mercato, a cavallo tra la fine di giugno ed il mese di luglio, il Milan fu avvicinato dall'entourage di Nikola Kalinic, all’epoca in forza al Dnipro, che stava cercando di piazzare il calciatore in Italia. Kalinic, che fu offerto anche all’Inter, era reduce da 4 stagioni in Ucraina condite da 125 presenze e 49 reti che avevano riscattato la deludente esperienza in Inghilterra con il Blackburn Rovers. Fu però rifiutato, cortesemente, dalle milanesi, Milan in testa. “No, grazie, poco appeal mediatico”, la gentile risposta di Galliani, che si era visto offrire Kalinic per 7 milioni: un prezzo ottimo, per un centravanti che, in fin dei conti, era reduce da una finale di Europa League nella quale, per altro, aveva anche lasciato il segno. Mentre il Milan, che come abbiamo scritto virò su Bacca, il croato "scartato" dalla Milano bene scelse Firenze. Lì trovò un certo Paulo Sousa, il quale, da gran conoscitore del calcio europeo, aveva chiesto ai propri dirigenti di effettuare un tentativo per quell’attaccante potente ma agile, tanto implacabile quanto poco conosciuto, che tanto bene aveva fatto sulla ribalta europea. La Fiorentina, addirittura, è riuscita ad ottenere il cartellino di Kalinic per 5,5 milioni, a prezzo ribassato rispetto quello originario, per via della crisi finanziaria attraversata dal Dnipro. La stessa crisi che ha costretto il club ucraino a spedire la stella Evgen Konoplyanka al Siviglia a parametro zero, senza possibilità alcuna di trattare il rinnovo contrattuale. Kalinic è arrivato a Firenze in sordina, quasi "snobbato" dal popolo viola. Ma non dai dirigenti del club dei Della Valle e, soprattutto, non da Paulo Sousa: Kalinic, infatti, dopo un’iniziale periodo di adattamento al calcio italiano- dove, comunque, aveva già dimostrato di non essere poi così male- ha cominciato a segnare con impressionante rapidità, conquistando altrettanto velocemente il cuore dei sostenitori della Curva Fiesole. Battuta la concorrenza, nel ruolo di prima punta della Fiorentina, Kalinic è divenuto in breve tempo titolare fisso e punto di riferimento della squadra di Paulo Sousa, tanto che, in 17 gare di Serie A, ha messo a segno ben 10 reti, in tutti i modi: di testa, di destro, di sinistro, in tap-in, in contropiede, in progressione, da dentro l’area. Un centravanti completo che, al contempo, sa fare reparto da solo, ideale terminale offensivo per le fantasiose giocate di Josip Ilicic, Mati Fernandez e Federico Bernardeschi. E Galliani, che al Milan non lo volle, probabilmente questa sera lo vedrà con occhi diversi. Quel "no" che, probabilmente, avrà fatto mangiarsi il cappello ai dirigenti rossoneri. Dopotutto Kalinic, mediaticamente, dice veramente poco...