Firenze gode. E’ pazza ed ebbra di gioia 48 ore dopo l’impresa contro la Juventus. Il 20 ottobre 2013 è una data che rimarrà ben impressa nella storia della Fiorentina, un giorno di festa, di clacson suonati all’impazzata e di lacrime di gioia dei tifosi che potranno dire finalmente "io c’ero". Gran parte del merito va a Giuseppe Rossi, autore di una fantastica tripletta. Pepito come Pablito. Le parole di elogio sull’attaccante italo-americano si sprecano. Ma nella bolgia di domenica pomeriggio c’è un altro giocatore che ha meritato gli applausi. Si tratta di Joaquin. Il suo è stato il gol del sorpasso, quello che ha mandato in visibilio i trentottomila cuori dell’Artemio Franchi. La speranza è che la rete contro i bianconeri possa sbloccare psicologicamente l’esterno spagnolo.
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Joaquin, un gol per ricominciare
La rete con la Juve è la scintilla che aspettava? (COMMENTA)
Non c’è dubbio, infatti, che l’ex Malaga non abbia rispettato le attese in quest’avvio di stagione. In ritiro a Moena, dribbling, cross e facilità di corsa lo hanno reso fin da subito una valida alternativa a Cuadrado, ma con l’inizio ufficiale dell’annata, qualcosa si inceppa e quando viene chiamato in causa, non riesce a rendere come Montella e i tifosi vorrebbero. Come contro il Grassoppher o il Pacos De Ferreira, poco lucido, dinamico e impreciso nelle conclusioni. Ma la sua stella non brilla nemmeno in campionato. Col Cagliari viene sostituito al settantesimo dopo essere entrato al ventinovesimo. A Bergamo con l’Atalanta finisce addirittura in panchina nonostante le assenze di Gomez e Cuadrado. Solo a sprazzi – contro l’Inter ad esempio – lo abbiamo visto protagonista di qualche buono spunto. A Milano, è stato lui ad impensierire Handanovic con un tiro in diagonale nel primo tempo. Una prestazione, quella di San Siro, di qualità, condita da tanto sacrificio e impegno. Poi, purtroppo, di nuovo il "buio" con il Parma e zero minuti a Roma con Lazio. Ora tutto, però, potrebbe cambiare per "El Pische" perché segnare alla Juve ti fa entrare di diritto nel cuore della gente e dà una carica incredibile per le prossime partite di campionato ed Europa League. Difficilmente dimenticherà quel pallone che entra in porta dopo lo splendido passaggio di Borja Valero. Un gol che, vista la libertà concessagli in area di rigore da Bonucci & co, potrebbe apparire semplice ma che in realtà non è perché stoppare e calciare il pallone in una frazione di secondo con il portiere in uscita fa parte del repertorio dei grandi campioni. E poi l’abbraccio con i compagni sotto la Curva Fiesole, con Joaquin visibilmente incredulo e commosso, quasi con le lacrime agli occhi.
Giovedì c’è la sfida ai rumeni del Pandurii in coppa. Pasqual & co. sono primi nel Girone E a quota sei punti, la qualificazione alla fase successiva è a un passo. L’aeroplanino potrebbe affidarsi a chi ha giocato meno fino adesso e se la sua scelta dovesse ricadere sul nativo di El Puerto de Santa Maria, il numero diciassette viola non dovrà lasciarsi sfuggire una chance del genere. "Spero di trovare sempre più spazio davanti ai tifosi gigliati che sono molto passionali", ha detto pochi giorni fa lo spagnolo a Onda Cero. Sa che deve crescere ancora, ma la strada è quella giusta. E poi come si dice in questi casi "un gol ti cambia la vita". Serviva una scintilla, che sia arrivata domenica?
STEFANO NICCOLI
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