Un passo indietro proprio nella partita in cui doveva dimostrare tutto, così si possono cinicamente riassumere i primi 90 minuti consecutivi di Mounir El Hamdaoui, un’ora e mezzo di gara che risolleva alcuni dubbi sul marocchino. Dubbi che non riguardano certo il tasso tecnico del giocatore, piuttosto la sua collocazione tattica e l’intesa con i compagni. Questione di incomprensioni, insomma. Ma facciamo un passo indietro. Torniamo a Giugno, la Fiorentina prende El Hamdaoui dall’Ajax, la punta che cercava da mesi. Oppure no? Il marocchino arriva in sala stampa e si presenta dicendo: “Mi piace girare attorno ad una punta”. In poche parole: non sono un centravanti puro, o meglio, non posso sorreggere l’attacco da solo. Non è un errore di traduzione, anche perché poi sul campo si vede, a fianco di Jovetic il marocchino è un altro giocatore sotto tutti i punti di vista.
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Incomprensioni
Dalla lingua alla tattica, i piccoli problemi di El Hamdaoui (COMMENTA)
Seconda questione: gli schemi e lo spogliaoio. El Hamdaoui è un giocatore nel bene e nel male individualista, poco propenso al gioco di squadra. Non solo, ma più volte ha dimostrato di non capire gli schemi d’attacco della Fiorentina, specialmente ieri sera, quando tutto il peso della responsabilità era sulle sue spalle. Anche Montella ha ammesso che qualche problema nella spiegazione dei movimenti c’è, dovuto anche alla lingua, che fa anche da muro per la completa integrazione del ragazzo nel gruppo, un punto a cui lo stesso tecnico tiene molto. A Gennaio intanto la Fiorentina tornerà sul mercato per un attaccante, ma dovrà anche capire chi sia davvero Mounir El Hamdaoui, quanto possa dare anche in riferimento alla sua condizione fisica (altalenante, ma è giustificato) e quanto possa essere utile all’interno degli schemi di Montella e del progetto viola. Sperando che siano solo piccole incomprensioni da inizio di un rapporto felice e duraturo.
FRANCESCO CIANFANELLI
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