Nella fondamentale vittoria della Fiorentina sulla Lazio di ieri c’è stata una prestazione che è passata inosservata ai più, quella di Borja Valero. Lo spagnolo ha dimostrato ancora una volta tutta la sua grandezza di centrocampista moderno, andando a variare il suo gioco nel corso della partita. Infatti, finché Mati Fernandez è rimasto in campo, il centrocampista cresciuto nella cantera del Real Madrid si è sacrificato in fase d’interdizione e nel lavoro di pressing. Vittima maggiore di questa prima parte di gara è stata la fascia destra dei laziali, specialmente Konko, che spesso si è ritrovato a dover sparacchiare via il pallone in malo modo per evitare di perdere palla in una fase molto delicata del campo. Nonostante questo c’è da dire che l’ex di WBA, Maiorca e Villarreal ha anche prodotto alcuni buoni palloni per Pasqual, spesso però non sfruttati al meglio dal capitano gigliato.
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Il Valero Bifronte
Borja fa due partite in una: prima incontrista poi metronomo (COMMENTA)
Con l’uscita dal campo di gioco di Mati Fernandez nel secondo tempo, Valero ha avanzato il suo raggio di azione ed ha iniziato a giocare molti più palloni in fase di costruzione del gioco. La Fiorentina ne ha senz’altro beneficiato, complice anche la giornata non proprio fantastica del cileno, che non aveva brillato in fase di impostazione e Valero ha sfornato assist interessanti come il perfetto cross pennellato per la testa di Toni, ciccato però dall’ariete di Pavullo nel Frignano pochi minuti prima della rete del 2-0. Insomma, Borja Valero, proprio come un Giano Bifronte (Dio Romano che aveva il compito di proteggere sia quello che accadeva all’interno delle città, sia quello che succedeva al suo esterno, e per questo veniva proprio rappresentato con due facce), sia che abbia compiti offensivi o che si debba rimboccare le maniche in fase di pressing sul portatore, non tradisce mai le attese.
MATTEO ANGIOLINI
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