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Il “sistema Vio” non funziona più?

Un anno fa la Fiorentina collezionava gol su palla inattiva. Ora… (COMM)

Redazione VN

C'era una volta la Fiorentina dei gol su palla inattiva. Una squadra da studiare, con movimenti a sorpresa, preparati con pignoleria durante la settimana. Il «mago delle punizioni» Gianni Vio (foto), voluto fortemente da Vincenzo Montella, l'anno scorso ha portato una ventata di novità e un gruzzolo di punti in più in classifica: Gonzalo segnò 7 gol, Savic addirittura festeggiò una doppietta con la Samp, e anche Toni poté usufruire delle varianti tattiche proposte dal suo allenatore. In questo stesso periodo, dodici mesi fa, la Fiorentina poteva vantare già 12 gol segnati su palla inattiva, un'enormità rispetto alla media delle altre e un gran bel vantaggio in chiave classifica (oggi in campionato sono appena 2). Improvvisamente - scrive il Corriere Fiorentino - il mondo si è capovolto, tanto che il gol subito domenica da palla ferma, ha messo sul banco degli imputati la retroguardia viola.

La rete di Udine segnata da Heurtaux infatti ha di nuovo evidenziato la fragilità con cui la Fiorentina affronta questo tipo di situazioni: stavolta è bastata una deviazione sul primo palo di Pereyra (non certo un infallibile colpitore di testa) per sbaragliare la difesa e consentire al difensore bianconero di segnare il gol-partita. Un errore che si era già visto anche nella partita di Verona col Chievo, dove un altro difensore, Cesar, ha battuto Neto di testa, senza la benché minima opposizione dei difensori. Un problema di concentrazione o cos'altro? Se è vero che spesso in difesa saltano le marcature, è anche vero che la Fiorentina, rispetto a molte altre squadre, palesa un deficit fisico. Quando non gioca Ambrosini (e senza Gomez), la squadra ha pochi saltatori in campo. Gonzalo e Savic da soli non possono bastare e non è un caso che su quel secondo palo, al Friuli, ci fossero Aquilani e Pasqual. Più in generale comunque, la difesa viola è la peggiore della parte alta della classifica. Quindici gol presi in 13 partite (come Genoa e Udinese) sono decisamente troppi se l'obiettivo è quello di qualificarsi per la Champions del prossimo anno. La difesa viola ha lasciato a secco gli attacchi avversari solo in 3 occasioni (l'ultima volta è accaduto col Milan) e spesso si è lasciata andare in errori anche banali. Neto col Grassoppher al Franchi ne è un esempio, ma anche Compper su Gilardino e Callejon, Roncaglia con Pinilla (nell'azione dell'1-1 del Cagliari a Firenze) e tutto il pacchetto arretrato nel tiro-cross di Biabiany che portò al pareggio di Gobbi in Fiorentina-Parma, mettono in luce limiti tecnici e una certa tendenza alla distrazione, non esattamente un vanto per una squadra ambiziosa come quella viola.

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