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Iakovenko, ultima chiamata

Dietro tutti nelle gerarchie viola, l’ucraino è chiamato al riscatto (COMM.) 

Redazione VN

"Questa è l'ultima occasione per vivere, vedrai che non la perderò". Così cantava Mia Martini in Piccolo uomo nel lontano 1972, ben 15 prima della nascita di Oleksandr Iakovenko. Contro il Paços De Ferreira l'attaccante viola non si giocherà la vita ma probabilmente l'ultima chance per dimostrare di poter stare in questa Fiorentina. Certamente il motivetto in testa non suonerà sulle note della canzone della Martini ma il concetto sarà lo stesso: non fallire e ripagare la fiducia dell'allenatore. L'avversario non è certo proibitivo (il Paços è ultimo in classifica nel Campionato portoghese al pari dell'Arouca) ed in ragione di questa spicciola valutazione le possibilità di fare bene, sulla carta, aumentano.

Fin qui, nonostante l'infortunio di Mario Gomez, Iako ha avuto poco spazio: appena 58 minuti disputati in Serie A e 139 nelle precedenti uscite in Europa League per un bottino totale di 197 minuti, poco più di due partite. Le risposte non sono state nemmeno troppo confortanti tanto che il giovane Matos lo ha scalzato nelle gerarchie, proprio quelle che davanti a lui mettono anche Ilicic e Rebic, se non altro per i termini economici rappresentati dai rispettivi investimenti.

Ad oggi, con l'augurio di essere smentiti dai fatti, Iakovenko rappresenta il primo vero e proprio flop della nuova gestione del mercato viola. Un "danno" tuttavia molto limitato e facilmente rimediabile poiché il suo cartellino non è stato pagato. Una situazione, quella descritta, che permetterebbe agli uomini di mercato di cedere il giocatore realizzando una plusvalenza in caso di monetizzazione nel prossimo Gennaio, oppure di far rientrare il cartellino in qualche affare di mercato per arrivare ad un altro obiettivo. La pressione sul ragazzo non mancherà domani sera ma del resto giocare in una big comporta anche questo.

STEFANO ROSSI

Twitter @StefanoRossi_