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Gli alti, i bassi e i dubbi di Cerci

La sua carriera era nata con i migliori auspici dal momento che nel 2003 esordiva con la maglia della Nazionale under 16 e nel Maggio 2004 Capello lo faceva esordire …

Redazione VN

La sua carriera era nata con i migliori auspici dal momento che nel 2003 esordiva con la maglia della Nazionale under 16 e nel Maggio 2004 Capello lo faceva esordire in serie A. Alessio Cerci, è di lui che stiamo parlando, aveva soltanto 16 anni e l’allenatore di Pieris scorgeva in lui doti naturali fuori dal comune. Dopo l’esordio nel mondo dei grandi arriva la consueta gavetta fatta di prestiti. Nel primo anno a Brescia, era il 2006-2007, Alessio chiude la stagione con la casella delle reti vuota mentre l’anno dopo a Pisa, terra di storiche rivalità con Firenze, realizza 10 gol sotto la guida del veterano Ventura. E’ proprio all’ombra della Torre più famosa di Italia che Cerci rimedia  una rottura del menisco mediale condita da un'infiammazione del crociato anteriore. Segue l’operazione di rito e dopo la riabilitazione arriva il trasferimento all’Atalanta nella stagione 2008-2009. A Bergamo i guai fisici sembrano non dargli tregua e il ragazzo è costretto più e più volte a seguire le gesta dei compagni lontano dal rettangolo di gioco. Il campionato successivo l’Henry di Valmontone torna a casa e farà parte della rosa della Roma seppure gli spazi che gli vengono concessi sono saltuari e risicati.

E’ il 26 Agosto 2010, giorno dell’84° compleanno della Fiorentina trascurando morte e resurrezione del 2002, quando Alessio Cerci viene acquistato da Corvino per la cifra di 4 milioni di euro che assicura al giocatore un contratto quinquennale. L’amore con il riccioluto e mancino ragazzo laziale (intesa solo come regione di provenienza) non è mai sbocciato sebbene egli possa vantare una lunga serie di “Follower” in riva all’Arno oltre che su Twitter. Il 7 Novembre 2010 arriva il primo sigillo in maglia viola che vale i tre punti in una scialba sfida di pranzo contro il Chievo: intervistato da Sky all’uscita dal campo il ragazzo taglia a corto per “andare a vedere il derby” romano in programma nel pomeriggio. Si storcono i primi naso ed cominciano i mugugni dopo quelle parole in virtù della rivalità dei fiorentini con la città capitolina e i suoi annessi. Segue una debacle coi Vigili Urbani per un posteggio inadeguato in Piazza del Carmine e altre dichiarazioni nelle quali afferma che non festeggerà mai una rete sotto la Curva Fiesole.

Sembra esserci carne sufficiente da mettere al fuoco ma il 17 Marzo 2012, data che difficilmente dimenticherà chi ha il viola nel cuore, Cerci rincara la dose: è il giorno di Fiorentina-Juventus, La Partita, e Alessio viene espulso per aver dato un calcetto nel sedere a De Ceglie in seguito ad una provocazione. Puntuale il Giudice Sportivo gli infligge 3 giornate di squalifica. A Firenze la vox populi chiede che il giocatore non indossi mai più la maglia viola ma Delio Rossi, sia per penuria di attaccanti che per fiducia nelle doti tecniche del giocatore ribadite a più riprese per mezzo stampa, decide di puntare ancora su di lui e nel pareggio interno contro l’Inter Cerci sarà uno dei migliori in campo.

Passano appena due settimane e il numero 7 realizza a Lecce il gol che assicura la salvezza alla formazione guidata dal Caronte Guerini. I numeri delle due annate in viola sono tutto sommato positivi poiché nella prima stagione in 24 presenze è andato a segno 7 volte mentre nella stagione in dirittura d’arrivo ha siglato 5 gol in 22 presenze. La rivoluzione estiva tanto decandata dai massimi vertici societari colpirà dirigenti e giocatori della Fiorentina; al più presto verranno resi noti il nome del nuovo/i dirigenti e dell’ allenatore del futuro che dovranno vagliare il futuro di un patrimonio che in campo ha la tendenza ad unire mentre fuori ha fatto parlare troppo spesso di sé. Mentre si fanno ipotesi e ci si interroga se si insisterà su di lui o se si deciderà di mandarlo altrove viene in mente che è proprio il caso di lasciare “ai posteri l’ardua sentenza”.

STEFANO ROSSI