"Se fosse un re, lo chiameremmo Federico "il duttile": la numero 10 sulle spalle non deve però farvi ingannare ed il trono è ancora molto lontano. Nella realtà, lui è semplicemente Bernardeschi, il ragazzino che Firenze ha adottato, aspettandolo come nuovo trascinatore all'ombra della Fiesole ed investendolo di grandi responsabilità: lo ha cresciuto fin dalla tenera età, vedendolo scalare le gerarchie grazie ai colpi di classe che, con una maturità sempre più vicina, sono stati affiancati da un grande senso tattico e da una fase difensiva in costante crescita. Così, quello che sembrava un puro trequartista dal tiro dorato si è trasformato in poco tempo in un giocatore a tutto campo: merito della magia portoghese di Sousa, abile nell'individuare alcune caratteristiche non proprie del giovane Federico per poi plasmarle con sapienza mettendole al servizio della squadra.
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Federico “il duttile”: quale posizione in campo per il 10 viola?
Fin dall'arrivo di Sousa, Bernardeschi ha saputo adattarsi a tutti i compiti a lui richiesti: ma qual è realmente la posizione che esalta maggiormente le sue caratteristiche?
"Lui, dal canto suo, sta bene ovunque: dall'attacco al centrocampo, mai una lamentela e sempre una certezza. Conte se n'è accorto e lo ha portato in Francia, dove ha potuto confrontarsi con un'altra realtà ed una maggiore concorrenza, quella che a Firenze manca quasi completamente. Ci volle puntare Montella dopo la grande stagione vissuta a Crotone, lo sta esaltando Sousa ma i tifosi si chiedono: qual è il suo vero ruolo?
"Domanda difficile, come lo è la risposta: intanto, dipende dal livello della partita che la Fiorentina si trova davanti. Affrontare le grandi formazioni comporta spesso una rinuncia all'offensività sfrenata che spesso possiamo ammirare contro le compagini medio-basse, dove i compiti arretrati possono anche essere messi da parte a prescindere dal ruolo tattico imposto dall'allenatore. Ci sono due realtà incontestabili: la prima è che una posizione più avanzata favorirebbe le sue doti tecniche, senza precludere fantasia ed improvvisazione, la seconda è inversamente proporzionale e vede un Bernardeschi esterno di centrocampo pronto a ripiegare e raddoppiare per poi correre in avanti supportando l'azione. Senza dubbio, l'ultimo è un compito dispendioso e servono molte caratteristiche, che sacrificano in parte anche l'aspetto realizzativo, per interpretarlo nel miglior modo: il nostro Federico ha dimostrato di possederle ma talvolta provare a superarle con leggerezza e superficialità, spesso in conflitto con quella sicurezza che nelle grandi partite ha saputo dare al blocco viola.
"Seconda punta, esterno in una trequarti a tre, ala o arretrato a centrocampo ed abilitato allo svolgimento di entrambe le fasi: Sousa ha probabilmente le idee chiare, e voi?
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