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Federico “il duttile”: quale posizione in campo per il 10 viola?

Fin dall'arrivo di Sousa, Bernardeschi ha saputo adattarsi a tutti i compiti a lui richiesti: ma qual è realmente la posizione che esalta maggiormente le sue caratteristiche?

Giacomo Brunetti

"Se fosse un re, lo chiameremmo Federico "il duttile": la numero 10 sulle spalle non deve però farvi ingannare ed il trono è ancora molto lontano. Nella realtà, lui è semplicemente Bernardeschi, il ragazzino che Firenze ha adottato, aspettandolo come nuovo trascinatore all'ombra della Fiesole ed investendolo di grandi responsabilità: lo ha cresciuto fin dalla tenera età, vedendolo scalare le gerarchie grazie ai colpi di classe che, con una maturità sempre più vicina, sono stati affiancati da un grande senso tattico e da una fase difensiva in costante crescita. Così, quello che sembrava un puro trequartista dal tiro dorato si è trasformato in poco tempo in un giocatore a tutto campo: merito della magia portoghese di Sousa, abile nell'individuare alcune caratteristiche non proprie del giovane Federico per poi plasmarle con sapienza mettendole al servizio della squadra.

"Lui, dal canto suo, sta bene ovunque: dall'attacco al centrocampo, mai una lamentela e sempre una certezza. Conte se n'è accorto e lo ha portato in Francia, dove ha potuto confrontarsi con un'altra realtà ed una maggiore concorrenza, quella che a Firenze manca quasi completamente. Ci volle puntare Montella dopo la grande stagione vissuta a Crotone, lo sta esaltando Sousa ma i tifosi si chiedono: qual è il suo vero ruolo?

"Domanda difficile, come lo è la risposta: intanto, dipende dal livello della partita che la Fiorentina si trova davanti. Affrontare le grandi formazioni comporta spesso una rinuncia all'offensività sfrenata che spesso possiamo ammirare contro le compagini medio-basse, dove i compiti arretrati possono anche essere messi da parte a prescindere dal ruolo tattico imposto dall'allenatore. Ci sono due realtà incontestabili: la prima è che una posizione più avanzata favorirebbe le sue doti tecniche, senza precludere fantasia ed improvvisazione, la seconda è inversamente proporzionale e vede un Bernardeschi esterno di centrocampo pronto a ripiegare e raddoppiare per poi correre in avanti supportando l'azione. Senza dubbio, l'ultimo è un compito dispendioso e servono molte caratteristiche, che sacrificano in parte anche l'aspetto realizzativo, per interpretarlo nel miglior modo: il nostro Federico ha dimostrato di possederle ma talvolta provare a superarle con leggerezza e superficialità, spesso in conflitto con quella sicurezza che nelle grandi partite ha saputo dare al blocco viola.

"Seconda punta, esterno in una trequarti a tre, ala o arretrato a centrocampo ed abilitato allo svolgimento di entrambe le fasi: Sousa ha probabilmente le idee chiare, e voi?

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