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E adesso il Genoa, tra ammissioni di colpa e dubbi fugati

Pradè e Rogg hanno parlato alla piazza, per Sousa non è stata una settimana facile

Stefano Rossi

Dodici giocatori impegnati in nazionale e due dirigenti in sala stampa che delucidano sui risvolti che ha assunto il mercato della Fiorentina e dicono a chiare lettere come la società non possa fare più di così. E la partita col Genoa? Non ne ha parlato nessuno, quasi come fosse un evento secondario. Forse, dopo le parole di ieri di Rogg, è davvero così per tutto l'ambiente viola. Non per Sousa però che, in un contesto del genere, si è trovato a preparare la terza gara di campionato. Alla vigilia dell'esordio col Milan, complice il caso Joaquin, il portoghese parlò della "settimana più difficile da quando sono qui". Ad occhio e croce anche quella che si sta chiudendo non è stata poi così serena.

La piazza e la stampa chiedevano chiarezza e ieri il Dg Rogg l'ha fatta senza troppi giri di parole. In buona sostanza senza uno stadio di proprietà la Fiorentina non può essere più di quello che è ora. Domani i giovani non saranno la proiezione di ciò che di buono fanno vedere oggi, diverranno i nuovi assegni circolari. Plusvalenze, per usare un tecnicismo. Così come avvenuto con Nastasic, Jovetic e Cuadrado. I talenti fungeranno da garanti del bilancio viola. I dubbi sono stati fugati, adesso solo chi non vuol sentire può raccontarsi una verità diversa. Alle 13.00 invece sarà la volta di Sousa di presentarsi ai microfoni per raccontare come procedono i preparativi verso la partita di domani. E' facile farsi un'idea in merito, se non altro nei prossimi ventitre giorni la Fiorentina sarà impegnata sette volte. E forse proprio questa è la medicina migliore per archiviare un'estate non del tutto impeccabile e un futuro che, rispetto a qualche tempo fa, appare più incerto.