Due contadini e l’arte povera: Sousa e Corvino, si riparte dalla semina

"A me piace molto l'arte povera". Risata generale. Anche di Cognigni. Pantaleo Corvino, in conferenza stampa, ha usato una delle sue proverbiali metafore per dare un titolo artistico al suo momento e a quello della Fiorentina. E ci ha messo poco a far sorridere tutti poiché il clima che si respirava era quello di quando torna a casa uno zio dopo un lungo viaggio. Inevitabilmente le parole di Pantaleo sono partite dal lato emotivo - è stato ricordato anche Mario Ciuffi - e pian piano, prendendola un po' alla larga, si è arrivati ai temi che permettono maggiormente di inquadrare quali limiti avrà il futuro. Se ne avrà. In termini economici sicuramente. Più volte Cognigni e Corvino infatti hanno parlato del Fair Play Finanziario e delle restrizioni che comporta in tema economico.

Serviranno idee, spunti, intuizioni folgoranti. Servirà anche alzarsi presto la mattina per raggiungere gli obiettivi fissati. L'immagine che Corvino ha regalato di sé e di Sousa è quella di due contadini che devono lavorare più degli altri per portare, alla stagione giusta, i frutti a casa. Cognigni al concetto di arte povera ha preferito parlare di fotografia, celebrando Giacomelli. Un campo appena seminato e le piante che domani cresceranno. Un modo più edulcorato, se vogliamo, ma la sostanza non cambia. La Fiorentina è una creatura in fase embrionale. I primi germogli spunteranno ma prima c'è la semina. In ogni caso la strada da percorrere è quella della vittoria. Quella che Corvino non è riuscito a imboccare nella sua prima esperienza, quella che per i Della Valle potrebbe diventare una sorta di ossessione. Corvino, dopo i successi a livello giovanile, vuole alzare un trofeo con la prima squadra. Con risorse ridotte rispetto al passato ma con più esperienza nel bagaglio. La sfida ha inizio.