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Da stakanovista a trascinatore: senza Chiesa, Muriel è chiamato agli straordinari

Il colombiano, senza possibilità di riposo, destinato a portare sulle spalle il peso offensivo sino al ritorno del numero 25 viola: può farcela?

Alessandro Lilloni

"Il Realismo magico è uno stile narrativo e visivo caratterizzato da un contesto altamente dettagliato e realistico, in cui viene inserito un elemento fuori dal comune che sconvolge tutto e ne diventa protagonista. Similmente Luis Muriel da gennaio, con gol prodigiosi e giocate suggestive, si è integrato incantando nel quadro di una Fiorentina, sin lì, troppo ordinaria e grigia in fase realizzativa. Divenuto leader tecnico insieme a un rinnovato Chiesa, in duo hanno rubato la scena nella metà campo avversaria, consacrandosi come una delle coppie più temibili sulla scena nazionale. In concomitanza, tuttavia, i problemi nella fase difensiva hanno impedito alla squadra di rimanere agganciata al treno Europa: determinante, in tal senso, l'assenza di capitan Pezzella ed alcune disattenzioni di troppo.

"In maglia viola, dal suo arrivo, il colombiano ha messo nelle gambe ben 797 minuti in campionato, un numero importante se si sommano inoltre i tre gettoni di Coppa Italia (competizione nella quale è stato fondamentale). Facile intuire che un momentaneo calo di forma fosse nell'eventualità delle cose, in seguito ad un impiego così elevato in un arco di tempo limitato. Al momento sta rispondendo alla chiamata della Nazionale colombiana, che lo ha portato in Giappone e Corea del Sud per un doppio incontro, dove sembra aver recuperato una discreta brillantezza. Al ritorno a Firenze - presumibilmente mercoledì - dopo un lunghissimo volo aereo, si unirà ai compagni per preparare la difficile sfida di Torino. Guidato dai fisioterapisti programmerà il delicato piano d'azione per tenere sotto controllo la muscolatura provata da fatica e jet lag. Dopo l'infortunio occorso a Chiesa in Nazionale - con tempo di recupero per ora incerto - si ripresenta la necessità per Muriel di ergersi a trascinatore della squadra, e trovare un'intesa con gli eventuali sostituti.

Dopo lo sfortunato incidente di Pjaca, le carte offensive rimaste nella mano di mister Pioli per affiancarlo sono Simeone, Gerson e Mirallas. Tutti e tre troppo discontinui nell'arco della stagione, non hanno certo offerto sicurezze sinora. Queste ultime nove partite presentano un'occasione unica di rilancio per loro e per la Fiorentina, che nonostante una classifica difficile non deve smettere di affrontare ciascuna partita al massimo. Sono confronti preziosi che concedono, allo staff tecnico, la possibilità di riassestare gli equilibri difensivi e recuperare morale attraverso qualche vittoria. Giocare senza un traguardo fissato può comportare un rischio di deconcentrazione, “mollando” mentalmente in Serie A. Sullo sfondo, il ritorno della semifinale di Coppa Italia contro l'Atalanta a Bergamo, una sfida che può decidere le sorti di una stagione, sin qui non esaltante, e regalare ai tifosi la possibilità sognare.

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