Sono stati giorni di paura per Patrick Cutrone, prima del sospiro di sollievo. E ora? Testa solo alla Fiorentina. L'attaccante viola ha parlato del coronavirus, del suo contagio e di molte altre cose durante l'intervista rilasciata a The Sun. A seguire vi riportiamo i passaggi più interessanti:
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Cutrone: “Penso solo alla maglia viola, ha grandi aspirazioni. Vi racconto la malattia, quanta paura…”
L'attaccante viola a 360°: "Ho tanta voglia di tornare a giocare a calcio, ma la vedo dura. Il nome del mio cane come il fiume di Firenze"
Come ti sei accorto di avere contratto il virus? Che sintomi hai avuto? A posteriori ti sei dato una risposta sulle cause della tua positività?
"Ho avuto un po’ di sintomi all’inizio, febbre per vari giorni, mal di gola. Poi ho fatto il tampone e purtroppo è risultato positivo. No, non mi sono dato una spiegazione ne l’ho cercata. Purtroppo è successo, come sta succedendo a tantissime persone in Italia e nel mondo, l’importante è averla superata".
Come hai vissuto quel periodo? Preoccupato o relativamente tranquillo?
"Certo, non posso dire di non aver avuto paura. Questo è un virus subdolo, che nessuno conosce quindi all’inizio ero molto preoccupato, per me, per le persone che mi erano state vicine, per i miei compagni. Poi, dopo giorni, le cose sono iniziate ad andare meglio ed allora ho iniziato ad essere un po’ più tranquillo. Il sollievo vero e proprio è arrivato quando ho avuto l’esito della mia negatività, solo allora mi sono tolto davvero quel peso dalle spalle".
Come passi adesso la giornata? Il Covid ha cambiato le tue abitudini?
"Sono chiuso a casa come tutti, per fortuna sono in compagnia della mia ragazza e del mio cane. La mattina dopo colazione mi alleno, cerco di seguire tutte le indicazioni e fare il massimo. Anche a livello alimentare seguo tutte le istruzioni che ci vengono fornite dal nostro nutrizionista. Nel tempo libero guardo serie Tv, film, leggo qualcosa, faccio giochi online, mi diletto ogni tanto nel cucinare qualcosa. Insomma, cerco di passare il mio tempo al meglio. Naturalmente mi manca moltissimo il campo, il poter condividere le sedute di allenamento con i compagni ed il Mister, mi mancano le partite. Dal punto di vista personale sento la mancanza dei miei cari, mi piacerebbe molto poterli riabbracciare".
Chi ti ha aiutato a superare le difficoltà del momento? Oltre ai tre tesserati della Fiorentina hai altri stretti conoscenti contagiati?
"Mi ha aiutato tantissimo la mia ragazza e poi tutti i famigliari mi hanno dato forza. Il Presidente Commisso ci è stato molto vicino come tutta la Dirigenza ed anche i miei compagni di squadra. Anche il Dottor Pengue e tutto lo staff sanitario della Fiorentina mi hanno tenuto sempre sotto controllo e si sono sempre informati sul mio stato di salute. Mi hanno dato tutti un sostegno incredibile".
Nel frattempo hai sentito qualcuno del Wolverhampton e/o del calcio inglese?
"Si, ho sentito alcuni miei compagni dei Wolves .Mi hanno scritto per chiedere come stessi dopo la malattia, si erano preoccupati per me. Poi sono stati tutti molto sollevati quando hanno saputo che tutto era passato".
Si riuscirà a finire questa stagione? Come vedi il tuo futuro?
"Io credo che in questo momento sia necessario pensare prima di tutto alla salute. Certamente da parte nostra c’è grande voglia di tornare in campo, non vediamo l’ora ma sono le Istituzioni che dovranno dirci quando tutto sarà pronto e ci saranno le giuste condizioni di sicurezza sia per noi che per tutte le persone che lavorano nel calcio. Poi io ho tanti sogni nel cassetto. Tutti questi sono accomunati da tanta voglia di fare e da grandi aspirazioni sia con la maglia viola che con la maglia della Nazionale".
Seppur breve come giudichi la tua esperienza nei Wolves? Che differenze ci sono tra serie A e Premier League?
"L’esperienza in premier è stata molto importante. Sono cresciuto molto sia umanamente che calcisticamente, dal punto di vista umano è stata la mia prima vera esperienza lontano da casa dove ho potuto conoscere una nuova cultura e un nuovo stile di vita. Calcisticamente parlando , invece, sono migliorato tanto ed ho imparato a valorizzare ancora di più il calcio inglese che mi ha sempre affascinato enormemente. Quando poi mi si è presentata l’ occasione di andare a Firenze, l’idea mi ha subito entusiasmato.
La Fiorentina è un club prestigioso per la storia che ha alle spalle e per i vari traguardi raggiunti, inoltre Firenze è una città bellissima e il supporto dei nostri tifosi non manca mai".
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