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Fernando Batista, Commissario Tecnico della Nazionale venezuelana, ha parlato ai microfoni di Sportitalia di Nico Gonzalez e Beltran. Di seguito le sue parole:
Conosco Nico da quando ha 7-8 anni, ci siamo incontrati all'Argentinos Juniors ai suoi inizi. Ero coordinatore generale di tutto il settore giovanile e infantile. Conosco bene tutta la sua famiglia: i parenti sono fondamentali quando un ragazzo inizia a giocare a calcio e tenta di diventare un calciatore. Non so se dire che volesse con fermezza mollare il calcio, ma a 11-12 anni Nico era, come tanti altri, in una tappa di crescita, di fortificazione anche fisica. In quel momento nella sua categoria non aveva continuità e non era titolare come ovviamente tutte le famiglie vorrebbero per il loro bambino. In quella fase però avevamo visto lui un ragazzo con margini di miglioramento sui quali lavorare. Parlando con lui e la famiglia, grazie a Dio lo hanno capito e ci hanno lasciati lavorare tranquilli con il ragazzo. Oggi si possono vedere i risultati. Non so se volesse davvero abbandonare il calcio, ma sicuramente era molto demotivato e sono contento di vedere i risultati che ha già raggiunto. Adesso credo che sia in un grande club. Nico non ha raggiunto ancora il suo massimo potenziale, ha ancora tanto da dare: penso che a 26-27 anni si raggiunga il massimo di ciò che può dare un calciatore. Si trova in un campionato molto competitivo, in un club altrettanto competitivo. Ora che ha superato questi piccoli infortuni che ha avuto e che sfortunatamente lo hanno costretto fuori dal Mondiale, penso che potrà dare tanto sia alla Fiorentina che alla Seleccion. Beltran? È molto interessante, l'ho allenato per 4 mesi nelle giovanili dell'Argentina, mentre stavamo costruendo la squadra. Oggi lo conosciamo: è un attaccante forte, che si sacrifica tanto per i compagni, è il primo difensore della squadra. E quando ha la palla ha grande senso della posizione e capacità di guadagnarsi lo spazio per colpire. La Fiorentina ha fatto un ottimo affare a puntare su uno come lui. Ha già dimostrato in un club grande come il River Plate di essere un attaccante di valore e logicamente ora lo deve dimostrare anche in Italia, dopo un normale processo di adattamento.
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