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Corvino: “Badelj può rinnovare. Chiesa? Non dobbiamo vendere. E vogliamo tornare in Champions”

Il d.g. viola alla Gazzetta: "Avevo trovato in società un rosso di 40 milioni e un monte stipendi di quasi 70, adesso invece i conti sono a posto e gli ingaggi sono intorno ai 38 milioni. Se i tifosi viola lo capissero..."

Redazione VN

Su La Gazzetta dello Sport troviamo un'intervista al direttore generale della Fiorentina, Pantaleo Corvino. Ve ne proponiamo una parte:

Quanto contanto le radici? Tantissimo. Non è un caso che mio padre fosse tifoso della Fiorentina e io, che da ragazzino scelsi di tifare Genoa per i 9 scudetti vinti, proprio per questo dissi no alla Samp di Garrone.

Badelj? Io e il mio d.s. Carlo Freitas, bravissimo, abbiamo un ottimo rapporto con lui e gli proporremo il rinnovo, ma se partirà per me andrà alla Roma. Occhio però. Ormai non abbiamo più bisogno di vendere per forza. Questo vale anche per Chiesa. La famiglia Della Valle ama la Fiorentina e in passato ha saputo dire no anche alle cessioni di Toni e Mutu che sembravano già fatte. Le cose sono cambiate. Avevo trovato in società un rosso di 40 milioni e un monte stipendi di quasi 70, adesso invece i conti sono a posto e gli ingaggi sono intorno ai 38 milioni. Se i tifosi viola lo capissero e si tornasse a essere uniti, potremmo tornare subito a crescere. Secondo me abbiamo posto le fondamenta per un nuovo ciclo. Come la pittura Metafisica: nonostante i nostri limiti economici, vogliamo andare oltre la realtà. L’obiettivo già lo abbiamo: tornare a competere per la Champions, magari in una Serie A in cui sia tornato il mio Lecce.

Se penso che il mio maggiore investimento sono stati i 13 milioni per Gilardino e il monte ingaggi più alto meno di 40 milioni, può capire come abbia dovuto lavorare.

Il mio scudetto? Sono le 4 qualificazioni in Champions, le 3 promozioni, i 12 titoli giovanili e le 500 presenze in Serie A.

Se è l'ora di smettere? Guardi, i Della Valle mi dicono sempre che io andrò in pensione con loro. Per il resto, sono sposato da 42 anni e mia moglie ogni mattina mi porta una tazzina di caffè a letto. Quando tutto sarà finito la prima ad accorgersene sarà lei perché le dico sempre: 'Se un giorno mi girerò dall’altra parte per continuare a dormire, allora avrò chiuso col calcio'.

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