La formula delle comproprietà per il tesseramento dei calciatori è praticata soltanto in Italia, e forse forse un motivo ci sarà. Capita a volte che un giocatore sia a metà tra due club, giochi in prestito per un terzo e magari in cuor suo speri di andare in un quarto. Il tutto diventa un gioco antipatico che può portare il diretto interessato a subire una sorta di crisi d'identità calcistica che ne condiziona il rendimento sul campo. Come se non bastasse quando due società non si accordano, leggere Torino-Fiorentina per Cerci e Genoa-Fiorentina su Tomovic, esiste lo spauracchio delle buste. Ogni strategia fin lì portata avanti salta e i dirigenti possono anche bluffare non offrendo nulla o soltanto il minimo sindacale. Certo, può pure capitare di non conoscere bene l'iter burocratico e perdere giocatori che in realtà si volevano acquistare. Ha fatto scalpore il caso di Viviano, a metà tra Bologna e Inter: l'allora DG del Bologna Predelli finì per compilare in modo sbagliato la busta e finì per vendere erroneamente il giocatore all'Inter? "Dura lex sed lex" dicevano i latini e allora se questa è la giurisprudenza a questa bisogna attenersi ed agire in virtù di essa.
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Comproprietà, quella pratica tutta italiana…
Cerci e Tomovic condizionano il mercato viola
Nell'era Della Valle a Firenze sono arrivati diversi mezzi giocatori (il riferimento non è alle scarse qualità ma alla suddetta formula) il cui destino è stato deciso proprio alle buste. Nell'estate del 2005, la sua prima a Firenze, Corvino presentò offerte misere nelle buste che equivalsero all'addio di Miccoli e Maresca mentre confermarono Martin Jørgensen. Nessuno avrebbe detto che il danese sarebbe rimasto a Firenze fino al Gennaio 2010 e che sarebbe diventato il jolly della squadra. Fu uno scambio di compartecipazioni con Vanden Borre a portare Papa Waigo in riva all'Arno: anche il senegalese divenne di proprietà viola quando Genoa e Fiorentina non misero nemmeno 1€ per lui nelle buste. Stesso esito ebbe l'accordo sempre col Grifone per Kharja: nessuno dei due club lo voleva e così è rimasto all'ultimo dove aveva giocato: la Fiorentina. Adesso il marocchino se n'è andato in Qatar a fare la bella vita. O forse no visto che l'Al-Arabi si trova indietro col pagamento degli stipendi ma questa è un'altra storia. Poche ore ancora e sapremo quale sarà il futuro di Cerci, Tomovic e di conseguenza di tutto il mercato viola: accordi o buste che siano.
STEFANO ROSSI
Twitter @StefanoRossi_
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