Il Regolamento

Commisso, Terracciano e i cori razzisti: cosa rischia l’Atalanta

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"Commisso terun" e gli insulti a Terracciano. La discriminazione territoriale nei cori razzisti di Bergamo: cosa rischia l'Atalanta?

Andrea Ceredani

A fine partita Joe Barone si è detto disgustato dai cori razzisti intonati dai tifosi dell'Atalanta. Oltre a Commisso, principale bersaglio, anche Terracciano è stato vittima delle urla del Gewiss Stadium. Il dg viola ha perfino invocato un'azione del CONI e del Governo, ma l'esecutivo Draghi difficilmente potrà considerare la causa viola a una settimana dalle elezioni. La FIGC, tuttavia, un regolamento ce l'ha (Codice di Giustizia Sportiva) e, in materia di comportamenti discriminatori, i magistrati non esitano ad applicarlo. Vediamo cosa prevede.

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Cori razzisti Atalanta: le possibili sanzioni

L'art. 25 del Codice di Giustizia Sportiva si occupa dei fatti violenti. In breve, afferma che le società sono responsabili dei cori e di tutte le manifestazioni che incitino - anche indirettamente - "alla denigrazione o insulto per motivi di origine territoriale". In questo caso, l'ammenda prevista oscilla dai 10.000 ai 50.000 euro. Tuttavia, il caso orobico coinvolge senz'altro anche l'art. 28 che si occupa dei comportamenti discriminatori. Se il Giudice ritenesse i cori dei sostenitori una reale espressione di discriminazione, l'Atalanta rischierebbe addirittura la chiusura della curva per una o più gare. Sanzione già comminata, peraltro, lo scorso marzo alla Curva Sud dell'Hellas Verona. In ogni caso, la violazione del Codice di Giustizia Sportiva obbligherebbe il tifo bergamasco a moderare i toni: la recidività porta, infatti, a sanzioni più gravi. Sia sportivamente sia economicamente. Senza contare la minaccia Daspo...

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