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Il paradosso di Chiesa: corre e dribbla, ma il rapporto con la porta stenta a decollare

Oltre cinquanta conclusioni per una media di oltre tre a partita: numeri che stonano con un bottino che non va oltre le quattro reti. Chiesa è prezioso e il suo valore non si discute, ma in quanto a finalizzazione...

Simone Torricini

Fiorentina-Inter si è conclusa da poche ore, e per l'ennesima volta Chiesa è stato uno dei migliori attori non protagonisti della squadra di Pioli. Al giovane viola manca la rete dal 3 dicembre (Fiorentina-Sassuolo 3-0), e sembra avvertire questa mancanza in modo viscerale: lo dimostra quando si accartoccia su se stesso dopo un tiro sbagliato, quando impreca e si porta le mani alle orecchie dopo un altro che è finito al lato di pochi centimetri. La verità è che Federico la soddisfazione del gol la meriterebbe più di altri, per il contributo al collettivo e la forza di volontà con cui approccia ogni partita.

Poi però ci sono i numeri, che soprattutto nei suoi confronti sono impietosi in termini di finalizzazione. Le statistiche del sito ufficiale della Lega ci dicono che oggi Chiesa è il settimo giocatore con più conclusioni tentate in tutto il campionato. A tirare più di lui, in sostanza, sono soltanto Dzeko, Insigne, Simeone, Immobile, Dybala e Perisic. Il problema sta nella precisione, nel risultato raggiunto da quelle 52 frecce scoccate da fine agosto ad oggi; frecce che in media valgono 3,3 chances ogni 90', e che nella praticità si traducono in appena 4 reti segnate in 19 presenze. Ma il dato più preoccupante si riferisce al rapporto tra tiri in porta e tiri fuori, che nel caso di Chiesa pende pericolosamente verso la seconda voce (24 quelli nello specchio, 28 quelli imprecisi). Per trovare un giocatore che al pari del figlio di Enrico abbia all'attivo più tiri fuori che tiri in porta bisogna chiamare in causa un altro giocatore della Fiorentina, Simeone (terzo nella classifica dei tiratori, con storico 28-30). A suo favore va detto che Chiesa occupa il sesto posto nella classifica con più legni colpiti (2), ma il fulcro del discorso non si smuove di un centimetro: la difficoltà nel trovare la porta lo assale, e purtroppo almeno per adesso lo identifica.

Ad oggi è lecito chiedersi quanto l'efficacia realizzativa sia parte del bagaglio tecnico di Chiesa, che peraltro in questa Fiorentina gode di grande libertà e può permettersi di arrivare al tiro con un'ostinazione quasi irriverente. Certo è che a 21 anni da compiere i margini di miglioramento sono banalmente ampi per tutti, e per lui in primis: nulla vieta che nei prossimi anni lavori specifici sulla meccanica di tiro e l'acquisizione di una maggiore fiducia possano fargli fare il salto di qualità. Fermo restando che l'augurio, nell'interesse di tutti, è che già al termine di questa stagione possa aver raggiunto la prima doppia cifra della carriera.

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