In un intervista concessa a Rai Sport, Chantal Borgonovo, moglie di Stefano Borgonovo, morto lo scorso giugno per colpa della malattia incurabile che l'aveva colpito, la SLA, ha raccontato a tutto tondo l'intensa esperienza degli anni della malattia vissuti accanto del marito: “Io ho avuto per otto anni giornate frenetiche, perché la cura è stata faticosa, e seppur con gli aiuti, non puoi mai permetterti di staccare un attimo. Dell'inizio della malattia me ne accorsi io, faticava a pronunciare alcune lettere e mi ero preoccupata. Pensavo fosse un problema solamente di bocca all'inizio, ma poi, purtroppo non è stato così e la diagnosi arrivata è stata ben più importante”.
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C. Borgonovo sull’incontro tra Stefano e Balotelli
In un intervista concessa a Rai Sport, Chantal Borgonovo, moglie di Stefano Borgonovo, morto lo scorso giugno per colpa della malattia incurabile che l’aveva colpito, la SLA, ha raccontato a …
Parlando dell'aspetto familiare, Chantal Borgonovo ha voluto rimarcare come, anche nella malattia, Stefano riuscisse comunque ad essere presente: “Quando si è ammalato, l'ultima figlia aveva tre anni. Ciò che ho cercato di fare io, è stato di non farli spaventare e non fargli vedere che mi sentivo sopraffatta da una cosa che era veramente importante. Stefano come padre era molto presente. Parlava attraverso il comunicatore ed è stato un padre a tutti gli effetti. Con i miei figli uso molto spesso questo ragionamento: pensa cosa avrebbe fatto papà e poi ragiona”.
Sì, perché Stefano, racconta sempre Chantal, era una persona amata, ma anche rispettata: “Di lui mi ha fatto innamorare questo suo carattere. Era un signore, educatissimo, gentilissimo, forte ma pacato, senza bisogno di urlare. Tante sono le persone che gli volevano bene, e che ancora gli scrivono, non alla fondazione ma proprio a lui, Stefano”.
Tante personalità hanno visitato Stefano nel periodo della malattia, da Kakà a Beckham, ma a colpire è stata la visita di Mario Balotelli: “Non è stata una visita di cortesia. Balotelli ha veramente parlato per ore e ore con Stefano, cercando di capire a fondo la situazione e la malattia. Quello che Stefano vorrebbe, anche oggi, è che per questa malattia si riuscisse ad arrivare ad una cura definitiva".
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